Il 1 maggio, papa Benedetto XVI, proclamò beato papa Giovanni Paolo II –Karol Wojtyla, dopo il riconoscimento di un miracolo circa la guarigione di suor Marie Simon Pierre Normand, affetta dal morbo di Parkinson, la stessa grave malattia del pontefice polacco. Come lei, anche migliaia e migliaia di persone hanno trovato Dio, hanno riscoperto la fede, toccate dalla sua capacità di ascolto e di perdono. La beatificazione avvenne la II domenica di Pasqua, domenica della Divina Misericordia – istituita da Giovanni Paolo II il 30 aprile 2000, quando proclamò santa Faustina Kowalska, la suora polacca che aveva diffuso la devozione a Gesù Misericordioso-.
Karol Wojtyla era nato a Wadowice il 18 maggio 1920. Fu ordinato sacerdote il 1 novembre 1946, consacrato Vescovo il 28 settembre 1958 e creato Cardinale da Paolo VI il 26 giugno 1967. Fu eletto sommo Pontefice il 16 ottobre 1978 e iniziò il ministero di pastore universale della chiesa il 22 ottobre 1978 all’età di 58 anni. Nel 1996 celebrò il 50° di Sacerdozio e nel 2003, il 25° di pontificato. Tornò alla casa del Padre, sabato 2 aprile 2005, che precedeva la domenica della Divina Misericordia, all’età di 84 anni, dopo aver guidato la Chiesa per oltre 26 anni.
“Fratelli e sorelle! Non abbiate paura di accogliere Cristo e di accettare la sua Potestà! Aiutate il Papa e tutti quanti vogliono servire Cristo e con la potestà di Cristo, servire l’uomo e l’umanità intera! Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici, come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà., di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa cosa è dentro l’uomo. Solo Lui lo sa! Perché solo Lui ha parole di vita, sì! Di vita eterna!” (inizio del Pontificato 22.10.1978).
Dal suo Testamento leggiamo: “[…] ognuno deve tener presente la prospettiva della morte. E deve essere pronto a presentarsi davanti al Signore e Giudice e, contemporaneamente, Redentore e Padre. Allora anche io prendo in considerazione questo continuamente, affidando quel momento decisivo alla Madre di Cristo e della Chiesa, alla Madre della mia speranza. I tempi, nei quali viviamo, sono indicibilmente difficili e inquieti –tanto per i fedeli, quanto per i Pastori. Desidero ancora una volta affidarmi alla grazia del Signore. Egli stesso deciderà quando e come devo finire la mia vita terrena e il mio ministero pastorale. Nella vita e nella morte “Totus tuus” mediante l’Immacolata. Accettando già da ora questa morte, spero che il Cristo mi dia la grazia per l’ultimo passaggio, cioè la mia Pasqua. Spero anche che la renda utile per questa più importante causa alla quale cerco di servire: la salvezza degli uomini, la salvaguardia della famiglia umana; utile per le persone che in modo particolare mi ha affidato, per la questione della Chiesa, per la gloria dello stesso Dio” (Vaticano 1980).
Il 1 settembre 1991 in occasione del Centenario dell’Enciclica “Rerum Novarum” di Leone XIII, carpinetano, Papa Giovanni Paolo II visitò Carpineto Romano.
Pensieri spirituali di Giovanni Paolo II
“Camminare per i sentieri di Dio con gioia, con la pace nel cuore, con la forza della fede”.
“Cristo è il solo che può soddisfare la più profonda fame del cuore umano, Egli solo è sorgente di vita”.
“Chi incontra Cristo nell’Eucaristia non può non proclamare con la vita l’amore misericordioso del Redentore. Imploro in ginocchio…che l’Eucaristia diventi sempre maggiormente fonte di vita e luce delle coscienze”.
“Di fronte ai tanti drammi che affliggono il mondo, i cristiani confessano con umile fiducia che solo Dio rende possibile all’uomo e ai popoli il superamento del male per raggiungere il bene…
Fondandosi sulla certezza che il male non prevarrà, il cristiano coltiva un’indomita speranza nel promuovere la giustizia e la pace, insieme a una ferma fiducia nella possibilità di costruire un mondo migliore”.
“Signore, ascolta il grido unanime dei tuoi figli, supplica accorata di tutta l’umanità: mai più la guerra, avventura senza ritorno, mai più la guerra, spirale di lutti e di violenza, minaccia per le creature, in cielo, in terra e in mare”.
Ai sofferenti: “Dio vi ama, perché vede in voi l’immagine del suo Figlio sofferente in terra! I vostri cari vi amano perché siete sangue del loro sangue! La Chiesa vi ama perché arricchite il tesoro della comunione de Santi! Il Papa v predilige perché siete i suoi figli più sensibili, e vi chiede l’aiuto e la forza della vostra apparente debolezza, delle vostre preghiere e dei vostri sacrifici!”.
“Signore Gesù Cristo, pastore delle nostre anime, che continui a chiamare con il tuo guardo d’amore tanti giovani e tante giovani, che vivono nelle difficoltà del mondo odierno, apri la loro mente a riconoscere tra le tante voci che risuonano intorno ad essi la tua voce inconfondibile, mite e potente, che ancora oggi ripete: “Vieni e seguimi!”.
“Ogni religiosa deve testimoniare il primato di Dio, dimostrando quotidianamente col suo modo di vivere che ha scelto la semplicità e i mezzi più poveri per tutto ciò che riguarda la sua vita personale e comunitaria e consacrare ogni giorno un tempo sufficientemente lungo per stare davanti al Signore, dirgli il suo amore e soprattutto lasciarsi amare da Lui”.
“Alle claustrali chiedo di porsi nel cuore della Missione con la loro costante preghiera di adorazione e di contemplazione del Mistero della Croce e della Risurrezione. La vostra presenza gridi al mondo che vi circonda che Dio c’è, che Dio è amore e che ancora affascina i cuori e che solo dà valore ad ogni cosa”.
“Il Rosario è preghiera dal cuore cristologico. Nella sobrietà dei suoi elementi, concentra in sé la profondità dell’intero messaggio evangelico. In esso riecheggia la preghiera di Maria, ilo suo perenne Magnificat per l’opera dell’Incarnazione redentrice. Con esso il popolo cristiano si mette alla scuola di Maria per lasciarsi introdurre alla contemplazione della bellezza del volto di Cristo. Nelle decine del Rosario il nostro cuore può racchiudere tutti i fatti che compongono la vita dell’individuo, della famiglia, della nazione, della Chiesa e dell’umanità”.
“Aiutaci Maria, a non aver paura quando l’Amore richiede sacrificio. E’ l’unico modo, per noi, di partecipare alla vita del Tuo Figlio Gesù. Noi ti preghiamo, o Vergine Santa, per coloro che soffrono di un dolore particolare fisico o morale, che conoscono la tentazione dell’infedeltà, che sono scossi dal dubbio di un clima d’incredulità, per coloro che subiscono persecuzioni a causa della loro fede.
Vergine Madre nostra! Prega per noi adesso. Concedi il dono inestimabile della pace. Cessi la violenza e la guerriglia. Che si aprano nuovi cammini di giustizia e di prosperità
Sii per tutti noi, Porta del Cielo, vita, dolcezza e speranza, perché insieme possiamo con te glorificare il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Amen”.