“Quando egli apre nessuno chiude e quando chiude nessuno apre” (Ap 3, 7b).
Questa Parola, con cui si è chiuso, il mese ignaziano a cui ho partecipato ad agosto 2024, è stata il punto di svolta della mia vita e della mia storia vocazionale.
Pur avendo sempre saputo, fin dalla prima adolescenza, che il Signore mi voleva per sé, la strada verso il “sì” è stata costellata da paure, ostacoli, “sgambetti” vari, allontanamenti e riavvicinamenti, alla costante e stregua ricerca di un senso di pienezza e compiutezza, di totalità e radicalità che non trovavo da nessuna parte, pur avendo raggiunto tante soddisfazioni personali: un lavoro stimolante e soddisfacente come traduttrice, che mi ha permesso una vita indipendente sotto ogni punto di vista, una bella e affiatata famiglia, amicizie profonde e importanti. Ma niente di tutto quello che avevo o che potevo permettermi (e che non mi facevo mancare) rispondeva a quel costante grido interiore che saliva dal cuore: “Non morirò, resterò in vita e annunzierò le opere del Signore” (Sal 117, 17).
Ci sono voluti anni, moltissime difficoltà e sofferenze, c’è voluto l’intervento di Santi (alcuni in cielo, altri ancora tra i vivi), e c’è voluta la Chiesa, Madre e Maestra. C’è voluto il Buon Pastore, che ovunque raggiunge e salva, indipendentemente che ci si perda nel mondo o nel cuore (quanto coincidono a volte!).
Tutto è servito per poter arrivare al Carmelo “come viva ritornata dai morti” (Rm 6, 13), non per mio personale impegno o merito, ma perché Dio è fedele. Sono tante le Parola, le date, eventi, incontri e situazioni che non sono stati casuali. Come dice il profeta Osea: “Il tuo frutto sarà il mio” (Os 14, 9).
Il 25 marzo 2025 ho chiesto di iniziare il postulandato, che è poi iniziato il 1 aprile, ma sono arrivata al Carmelo che avevo conosciuto 10 anni fa, sabato 22 marzo, per “celebrare il Signore perché è buono e perché eterna è la sua misericordia” (Sal 117, 1).
Maria Grazia, postulante