I moviti possono essere tanti...
Monaca perchè…..
Ma in clausura una giovane entra per il dono totale di sé al Signore; per una maggiore radicalità al Vangelo; per realizzare fin da questo mondo, l’escatologia, cioè la vita con Dio.
A questa vita “escatologica” ogni uomo deve arrivare.
Chi vive la vita contemplativa la vive e la sperimenta già in questo mondo.
Questa vita che libera da ogni vincolo, piaceri, anche leciti, ricchezze e volontà propria affascina incredibilmente le giovani sensibili a livelli spirituali alti. Vita non egoistica, ma concretamente orientata al mondo, alla universalità dei fratelli, al bene della Chiesa e al bene delle anime, prime fra tutte: la Chiesa, seguono i Sacerdoti, i Missionari, i Genitori, i Giovani, i Bambini, ecc.
Una carmelitana si fa carico di tutta l’umanità: di questa umanità sconvolta e stravolta e oppressa da guerre e dai mali di ogni genere. Le ragazze provengono per lo più da buone e sane famiglie e anche con un certo tenore di vita: diplomate, qualcuna ha conosciuto l’Università, perciò culturalmente preparate.
C’è tra di loro anche chi ha fatto esperienza di vita in fabbrica o in Ditta in proprio che dirigevano. La loro vita non vogliono che giri a vuoto. “Dar senso alla vita, questo dicono, è ciò che mi spinge a fare una simile scelta”.
Ma quello che le mantiene ferme al progetto di vita è la forza trainante della Comunità che dà testimonianza di vita autentica, non solo a livello spirituale “tensione a Dio” coerente, costante, fedele; ma anche a livello di fraternità che si esprime nella più vera vita di comunione, di condivisione, di partecipazione alla gioia e ai dolori l’una dell’altra, di aiuto reciproco profondo, di amore sincero che tocca le corde del cuore umano, anche perché, oggi, più che mai, le giovani vogliono ritrovare il calore della famiglia, spesso mai conosciuto!
Una famiglia accogliente, aperta. Vivere in questo clima crea entusiasmo, si scopre la propria identità, si conoscono e approfondiscono i forti ideali, specie quelli che conducono alla imperturbabile serenità, pace e gioia dello spirito.
Oh, come Dio interpella! La giovane non ha paura delle scelte coraggiose, purché veda attorno a sé autenticità evangelica nei confronti dell’Assoluto della vita che Sorellle, prima di loro, hanno sposato.
Oggi tutte vivono una realtà bella, concreta, entusiasmante: l’avventura con Dio: unico loro anelito, fonte dell’amore che sovrabbonda nella loro anima e che riversano a fiumi su quanti amano e vogliono salvare. Il veicolo dell’amore del loro cuore che vuole donarsi è un colloquio, una lettera, un incontro, un sorriso, la gioia che riescono a comunicare.
Nelle varie tappe c’è l’esperienza d’urto. Prima le piccole cose del quotidiano; poi il rapporto fraterno, perché da mille punti partite, con abitudini e culture diverse, l’orario, l’impegno alla preghiera,al lavoro, all’itinerario del cammino di perfezione.
Con i parenti non avviene mai il totale distacco.
Essi possono far loro visita una volta al mese, poi scrivere e ricevere telefonate.
Non è il distacco dalle persone o dalle cose – benché il Carmelo esiga il “nulla” ma il distacco spirituale, vale a dire quello del cuore che rende veramente liberi. Ma l’anima vi arriva da sé senza forzature o violenze, a mano a mano che matura nella sua interiorità e nel rapporto con Dio, quando con il Quale stabilisce una vera amicizia, attualizzando il suo colloquio con Lui, l’attenzione a Lui.
Scopre la Presenza divina nella sua vita, allora non solo, si sente libera, ma sperimenta l’Amore che le dà pienezza. “La verità vi farà liberi” dice Giovanni.
E davvero l’anima spirituale coglie, in tutti i suoi movimenti, interiori ed esteriori, la Verità – che è Dio stesso- e l’ama e la realizza nella sua vita con coerenza e costanza, con entusiasmo e gioia, perché ella sa- e Lo riconosce-: è il Signore! Il Signore della sua vita. L’Assoluto di Dio non la lascia più. La nostra vita comporta per le giovani un adattamento, che è un esercizio costante della volontà sorretta dall’amore.
Un po’ di fatica! Poi… gioia. Il noviziato, lo juniorato sono periodi intensi di formazione, di esperienze nuove e varie. Il parlatorio del Monastero si apre anche agli incontri di gruppi giovanili e non, con i quali la preghiera corale monastica diventa preghiera partecipata. Animano la Liturgia, organizzano feste familiari di comunità, e ogni giorno, a turno, attendono alla cucina, al bucato, al guardaroba-stiro, alla sagrestia, alle pulizie, una soda formazione umana é concomitante a quella spirituale. Infatti come donne, devono imparare tutto e a fare di tutto per entrare nel dinamismo pratico del buon senso e del realismo, responsabilizzandosi in tutto con grande disinvoltura.
Inoltre, sono creative: cantano, suonano, poetesse all’occorrenza, artiste.
E con tutte queste belle capacità e qualità e doni si fanno monache. Non sono povere donne inibite? No. Ma donne realizzate a tutti i livelli. Hanno scoperto il Tutto e allora… rinunciano a tutto per il Tutto: il Signore. Sono felici ed hanno una gran voglia di vivere e di sposare con coraggio la via della santità per amore di Cristo, della Chiesa, del Mondo per il quale offrono generosamente la loro giovane vita.
La finezza dello Spirito le porta a cogliere tutte le necessità degli uomini e calano con tutte se stesse nella vita di ogni fratello che soffre, che è solo, che non ha più fiducia né speranza, che non crede più perché non si sente amato.
E’ la vertigine dell’amore che le invade cambiandole nel profondo.
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