San Magno, figlio di un certo Apollonio, nacque a Trani verso la fine del II secolo. Sin da piccolo, per aiutare la famiglia, si dedicò alla pastorizia e, consigliato dal padre, comprò un piccolo gregge e devolvette il ricavato prevalentemente ai poveri. Ricevette il battesimo dal vescovo Redento insieme con suo padre.
Alla morte di Redento, Magno fu chiamato dal popolo e dal clero a succedergli, rivelandosi ardente di carità e zelo. Si impegnò nella diffusione del Vangelo prima nell’agro di Fondi, poi ad Aquino, città ducale, ed infine presso Anagni. In questa città battezzò una giovane di nome Secondina, che anch’ella come lui sarebbe poi morta martire.
Sfuggito alle ire di un certo Tarquinio, Magno si recò a Roma, ma quando era ormai di ritorno fu scovato da alcuni soldati a pregare in una grotta a Fondi. Chiese loro di non ucciderlo subito e così avvenne, ma dopo aver atteso invano e trovatolo morto, lo decapitarono presso Fabreteria, nel Lazio.
Curiosa è la storia delle reliquie del santo, che intorno al IX secolo furono traslate a Veroli da un certo Platone. Muca, sovrano saraceno, profanò il luogo gel sepolcro trasformandolo in una stalla.
Trovati in seguito i cavalli morti, restò impaurito e gettò fuori le spoglie del santo, invitando gli anagnini ad acquistarlo a prezzo d’oro.
Questi accettarono ed alla presenza del vescovo Zaccaria avvenne la traslazione nella cattedrale di Anagni con grande concorso di popolo.
Successivamente San Magno fu proclamato patrono della città, ma il santo è inoltre venerato anche a Colle San Magno, sempre in provincia di Frosinone. Questo santo non va confuso con il suo omonimo venerato nel cuneese, leggendario martire della Legione Tebea, anch’egli festeggiato in data odierna.
Il Martyrologium Romanum cita comunque solamente San Magno di Anagni.