26 AGOSTO
Il beato Giacomo Retouret (1746-1794) fa parte di un gruppo di 64 sacerdoti, rappresentanti di centinaia di ecclesiastici, ammassati come animali sui bastimenti negrieri nella baia di Rochefort (Francia), durante il periodo più caldo della Rivoluzione francese ll beato Giacomo, quando seppe l’invalidità del giuramento alla Costituzione Civile del Clero, ufficialmente ritrattò il suo assenso, e perciò fu ritenuto nemico del popolo che aveva servito come frate osservante e predicatore nel suo convento di Limoges. Dopo aver sofferto, insieme agli altri, oltraggi, crudeltà, privazione di ogni aiuto spirituale, afflitto particolarmente dal freddo, “soffrì di una sciatica dolorosa che provo la sua pazienza per lungo tempo; però mai perse il suo coraggio” (teste oculare). Morì di peste il 26 agosto 1794 e fu sepolto sull’isola Madame. Fu proclamato beato insieme ad altri 63 compagni di prigionia dal Papa Giovanni Paolo II il 1 ottobre 1995.
dal comune dei martiri: di un martire
Ufficio delle letture
Seconda lettura: dai ‘Propositi formulati dai preti detenuti sulla nave “Les Deux Associes”
Posizione sul martirio e sulla fama del martirio, pp 148-150
Hanno sopportato senza mormorare la croce loro imposta.
Non cederanno a inutili inquietudini circa la loro liberazione; ma si sforzeranno di mettere a profitto il tempo della loro detenzione, meditando sui loro anni passati, formulando dei santi propositi per l’avvenire, sicché possano trovare nella prigionia del loro corpo, la libertà della loro anima.
Se Dio permette che essi ritrovino, completamente o in parte, questa libertà verso cui sospira la natura, eviteranno di abbandonarsi a una gioia esagerata, al momento de apprenderne la notizia. Conservando la tranquillità dell’anima, dimostreranno di aver sopportato senza mormorare la croce che era stata loro imposta, e che erano disposti a sopportarla ancora per lungo tempo, con coraggio e da veri cristiani che non si lasciano abbattere delle avversità.
Se poi si offrisse l’occasione di riavere i loro effetti personali, non mostreranno alcuna avidità nel reclamarli; ma faranno con modestia e in tutta verità la dichiarazione che potrebbe esser loro richiesta; riceveranno, senza lamentarsi, ciò che sarà loro dato; abituati, come dovrebbero a disprezzare i beni della terra e a contentarsi del poco, sull’esempio degli apostoli.
Non daranno alcuna soddisfazione ai curiosi che potrebbero incontrare sulla loro strada; e non risponderanno affatto alle domande vane circa il loro passato; ma lasceranno intendere che hanno sopportato le sofferenze con pazienza, senza raccontarle minuziosamente e senza mostrare risentimento alcuno contro coloro che sono stati gli autori oppure gli strumenti.
Si imporranno il silenzio più severo e assoluto sui difetti dei loro fratelli e sulle debolezze in cui la loro posizione deplorevole, la loro cattiva salute o il prolungato periodo della loro prigionia avrebbero potuto trascinarli; conserveranno la carità nei confronti di tutti coloro che hanno un’opinione differente dalla loro; eviteranno qualsiasi sentimento di amarezza e animosità, contentandosi di commiserarli interiormente, e sforzandosi di riportarli sulla via della verità con la loro dolcezza e moderazione.
Non mostreranno nessun dispiacere per la perdita dei loro beni, nessuna premura a ricuperarli, nessun risentimento contro coloro che li possiedono (…). D’ora in poi non saranno che un cuore e un’anima, senza eccezione di persone, e senza mostrare distacco da alcuno dei loro fratelli, qualunque sia il motivo. Non si interesseranno affatto di notizie politiche, accontentandosi di pregare per il benessere della loro patria e di prepararsi essi stessi ad una vita nuova, se Dio consentirà di ritornare nella loro casa, ed ivi divenire esempio di edificazione e modelli di virtù per la gente, col loro distacco dal mondo, la loro applicazione alla preghiera e il loro amore per il raccoglimento e la pietà.
Responsorio: Cfr. 1 Cor4, 11-13
Soffriamo la fame e la sete, il freddo, i maltrattamenti e non abbiamo una casa * insultati, benediciamo; perseguitati, sopportiamo.
V/ Siamo diventati la spazzatura del mondo, il rifiuto di tutti.
Insultati, benediciamo; perseguitati, sopportiamo.
O Dio, tu che hai donato al beato Giacomo Retouret, sacerdote e martire, la grazia della fedeltà e del perdono nella prova della deportazione, concedi a noi, per sua intercessione, di rimanere sempre fedeli alla tua Chiesa e pronti a riconciliarci con i nostri fratelli. Per il nostro Signore.