Il 6 agosto 1978 moriva il grande papa Paolo VI, senza dubbio uno dei più grandi papi che la Chiesa abbia mai avuto. Guidati da lui, riflettiamo sulla Parola di Dio della solennità della Trasfigurazione.
I brani della liturgia della Parola di oggi sono i seguenti: Dan 7, 9-10.13-14; 2Pt 1, 16-19; Mc 9, 2-10.
Soffermiamoci sul Vangelo.
“Maestro è bello per noi stare qui. Facciamo tre tende: una per te, una per Mosè ed una per Elia”.
La Trasfigurazione supera la nostra immaginazione: oggi, infatti, pensare che una persona si trasfiguri equivale a pensare subito ad “effetti speciali”, cinematografici, oppure effetti dovuti all’assunzione di droghe o psicofarmaci.
Non così per Gesù, il più bello tra i figli dell’uomo, che condusse su un monte Pietro Giacomo e Giovanni e si trasfigurò.
Marco ci dice bene cosa era: “Si trasfigurò davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche”. Il Signore diventa tutto splendore, maestà ed onnipotenza. Lo “spettacolo” deve essere stato toccante se Pietro ne rimase estasiato.
Viene spontanea dal cuore la voglia di un’esperienza simile: il Signore che passa e si trasfigura.
Ma la luce del suo Volto risplende su di noi… anche quando si deve scendere a valle. È duro andare avanti, è faticoso avere buone relazioni, è difficoltoso trovare spazio vitale, è soffocante a volte vivere.
Allora ci sgorga ancora più spontanea dal cuore la preghiera: risplenda su di noi la luce del tuo volto, o Signore, perché tu sei la nostra luce, ogni altro “sole” diventa ombra. Tu ci riporti a valle perché possiamo contemplare sempre la tua luce, che non ha tramonto, non si offusca, non viene mai meno.
Paolo VI ci dice:
“La tua trasfigurazione, o Cristo, getta una luce abbagliatne sulla nostra vita quotidiana e ci fa rivolgere la mente al destino immortale adombrato in questo evento”.