“Della bontà del Signore è piena la terra;
la sua parola ha creato i cieli. Alleluia” Sl 32, 5-6
Colletta A
O Dio, nostro Padre, che nel tuo Figlio ci hai riaperto la porta della salvezza,
infondi in noi la sapienza dello Spirito,
perchè tra le insidie del mondo sappiamo riconoscere la voce di Cristo, buon Pastore,
che ci dona l’abbondanza della vita.
In questa IV domenica di Pasqua il simbolo che ci accompagna è quello del buon Pastore,
quel Pastore che, come afferma la prima lettura (At 2, 14a, 36-41), Pietro annuncia con franchezza:
“quel Gesù che avete crocifisso” “Dio l’ha costituito Signore e Cristo”.
Ed è proprio il Cristo – che nel Vangelo “offre la vita per le sue pecore”
– ad essere il motivo ricorrente di tutte le letture di oggi.
Cristo offre la sua vita per noi, soffre per noi, muore in croce per noi:
“Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme” (1Pt 2,21)
Siamo guariti dal peccato e dalla morte, dall’angoscia e dalla disperazione, dallo smarrimento e dalla paura: “Dalle sue piaghe siete stati guariti” (1Pt 2, 25).
Ecco la certezza della nostra fede, ecco la fede della Chiesa e noi ci gloriamo di professarla nel Cristo Gesù, nostro unico Signore, risorto dai morti e vivente in eterno.
Per questo possiamo dire con il salmista: Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.
Il brano evangelico proposto Giovanni 10, 1-10 contiene diverse immagini o similitudini (anche i versetti 10, 11-18):
– similitudine tra brigante e pastore,
– similitudine della porta del gregge,
– similitudine del buon pastore.
Gesù fa la prima similitudine del brigante e del pastore. Il brigante (il ladro) entra dal muro, o
da un’ altra parte ed entra per rubare le pecore; il pastore invece entra dalla porta, conosce le sue pecore e le chiama una per una.
La seconda similitudine della porta delle pecore: si deve entrare dalla porta, Lui è la porta, lui
è la vita e la difesa delle pecore.
La terza similitudine – che non leggiamo oggi- è del buon pastore. Gesù non è solo il “pastore” delle pecore, ma il “buon pastore”. Il buon pastore dà la sua vita per le pecore, le conosce una ad una, ed esse lo conoscono. Le pecore, dunque, riconoscono la voce del buon pastore e lo seguono.
Il Signore oggi ci vuole dare diverse indicazioni, ed ognuno si interroga nel suo cuore.
Da chiedersi: sono un brigante o un pastore? entro nella porta che è Gesù?
Sono una pecora che ascolta il vero buon pastore?
Il Salmo 22 ci invita a pregare il Signore, che è il solo Pastore delle pecore, che fa di tutto per esse,
le nutre, le cura, dà la sua vita.
“Il Signore è il mio pastore,
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Mi rinfranca,
mi guida per il giusto cammino,
per amore del suo nome.
Se dovessi camminare in una valle oscura,
non temerei alcun male,
perché tu sei con me,
il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.
Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici,
cospargi di olio il mio capo,
il mio calice trabocca.
Felicità e grazia mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
e abiterò nella casa del Signore
per lunghissimi anni” (Sal 22)
Nella nostra Chiesa sopra l’abside troneggia un buon Pastore con 8 pecore a dx, e 8 pecore a sn (sedute come cani!).
Noi siamo sue pecore, se riconosciamo la voce del nostro Pastore e fuggiamo da quella degli estranei,
e stiamo nell’ovile. Solo Gesù è la nostra via, la verità e la vita.
Pastore delle anime
O Gesù, divino Pastore delle anime,
che hai chiamato gli apostoli per farne pescatori di uomini,
attrai a te ancora anime ardenti e generose di giovani,
per renderli tuoi seguaci e tuoi ministri;
falli partecipi della tua sete di universale redenzione,
per la quale rinnovi sugli altari il tuo sacrificio.
Tu Signore, “sempre vivo a intercedere per noi”,
dischiudi loro gli orizzonti del mondo intero,
ove il muto supplicare di tanti fratelli
chiede luce di verità e calore di amore,
affinchè rispondendo alla tua chiamata
prolunghino quaggiù la tua missione,
edifichino il tuo Corpo mistico, che è la Chiesa,
e siano “sale della terra, luce del mondo”.
Estendi, Signore, la tua amorosa chiamata
anche a molte anime di donne illibate e generose,
e infondi loro l’ansia della perfezione evangelica
e dedizione al servizio della Chiesa e dei fratelli
bisognosi di assistenza e di carità.
Amen.
(san Paolo VI, 11 aprile 1964)
In questa settimana:
3 maggio: s.ti Filippo e Giacomo