Conosciamo i nomi dei genitori di Maria dall’apocrifo “Proto-Vangelo di Giacomo” (II secolo). Il culto a Sant’Anna è documentato in Oriente già dal VI secolo, e in Occidente nel X secolo; quella di San Gioacchino nel XIV secolo. Nel rito bizantino il 25 luglio si ricorda la dedicazione a Costantinopoli di una Basilica in onore di Sant’Anna.
L’Ordine Carmelitano celebra, con speciale devozione, i suoi Santi, raccogliendo in loro l’espressione più viva e genuina del Carisma e della spiritualità dell’Ordine nel corso dei secoli. Con speciale solennità si celebra la festa dei Protettori dell’Ordine che è la festa dei Santi Giuseppe, Gioacchino e Anna.
Nascita di Maria, tra i genitori S. Anna e S. Gioacchino
VITA
“Gioacchino e Anna sono, per tradizione, i genitori della B. V. Maria, sebbene sulla loro vita non vi sia nulla di storico e di certo, ma siano solo nominati in uno scritto apocrifo. Nella Sacra Scrittura si narra che la madre del profeta Samuele, Anna, nell’affliggente sterilità che le aveva precluso il privilegio della maternità, si rivolse con ardente preghiera al Signore e fece voto di consacrare al servizio divino il nascituro. Ottenuta la grazia, dopo aver svezzato il piccolo Samuele, lo portò a Silo, dov’era custodita l’arca dell’alleanza e lo affìdò al sacerdote Eli dopo averlo offerto al Signore. Su questa falsariga il Protoevangelo di Giacomo, apocrifo del secondo secolo, traccia la storia di Gioacchino e Anna, genitori della Vergine Maria. Similmente si può trovare traccia di queste miracolose maternità anche in altri passi della Scrittura, come nell’Antico (Gdc 13, 1 – 7: nascita di Sansone) o nel Nuovo Testamento (Lc 1, 5 – 25: nascita di Giovanni Battista).
Nell’apocrifo sopraccitato si narra che la pia sposa di Gioacchino, dopo lunga sterilità, ottenne dal Signore la nascita di una figlia: Maria, che a tre anni portò al Tempio, lasciandovela al servizio divino in adempimento del voto fatto. Il fondamento storico, probabile pur nella discordante letteratura apocrifa, è comunque falsamente rivestito di elementi secondari, copiati dalla vicenda della madre di Samuele (cfr 1 Sam. 1, 1 – 28). Mancando nei Vangeli ogni accenno ai genitori della Vergine, non restano che gli scritti apocrifi, nei quali non è impossibile rinvenire, tra i predominanti elementi fantastici, qualche notizia autentica, raccolta da antiche tradizioni orali. Tra gli scritti che parlano dei due Santi, ricordiamo – per chi fosse interessato a sapere qualcosa di più – di poter consultare anche il libro: “La vita della Madonna secondo le contemplazioni di sr Anna Caterina Emmerick” (cfr Bibliografia). S. Andrea di Creta, in uno dei suoi scritti (cfr. “Discorso” 1), dice che “Gioacchino e Anna erano due coniugi uniti, modesti e sobri, che vivevano nell’osservanza della Legge di Dio e con costanza e amore. Il loro pensiero era quello di onorare e osservare la Legge del Signore ogni giorno, ma che la loro gioia era turbata dalla sofferenza della sterilità”. Anche Epifanio e Gregorio di Nissa elogiarono nei loro scritti questa coppia di coniugi santi.
“Dai frutti conoscerete la pianta”, ci dice Gesù nel Vangelo (cfr. Lc 6, 43 – 44; Mt 12, 33). Noi conosciamo il fiore e il frutto soavissimo derivato dalla pianta annosa: la Vergine, Immacolata fin dal concepimento, Colei che per divino privilegio fu esente dal peccato di origine per essere poi il tabernacolo vivente del Dio fatto Uomo. Dalla santità del frutto, da Maria, deduciamo la santità dei genitori di lei, Anna e Gioacchino.
OPERE e ICONOGRAFIA
Il significato del nome
Tra la promessa e il Messia
Non dobbiamo i nomi dei genitori di Maria alla Bibbia, ma i loro nomi si conoscono dall’apocrifo ‘Protoevangelo di Giacomo’ (sec. II). Gioacchino e Anna appartengono a quegli uomini e a quelle donne del periodo che gli specialisti chiamano “intertestamento”, perché situato tra l’Antico e il nuovo Testamento. Accettiamo i nomi che la tradizione dà loro: sono ricchi di significato. Gioacchino significa “Dio concede” e Anna “Grazia”. La natura si allea alla grazia per fare di questa coppia felice una coppia benedetta e anche discreta.
Etimologia:
Anna = “Grazia”, “la benefica” (dall’ebraico). Oltre al nome di Anna, la madre della Vergine è conosciuta anche come Ann o Hannah. Emblema: libro, pergamena.
Gioacchino = “Dio rende forti”; “Dio concede” (dall’ebraico). Oltre al nome di Gioacchino, al padre della Vergine è dato il nome di Cleofa (o Cleopa), di Sàdock e di Eli. Generalmente viene raffigurato insieme alla consorte.
Iconografia
E’ indubbiamente più facile trovare oggigiorno immagini o statue di S. Anna con Maria, piuttosto che raffigurazioni di S. Gioacchino. Generalmente in queste rappresentazioni di S. Anna, ritroviamo elementi antichi frammisti a quelli moderni. Si possono, infatti, trovare statue o dipinti di S. Anna nel gesto di insegnare a Maria.
In effetti, nella cultura ebraica, era la donna che deteneva questo compito, ossia era la “padrona di casa”: colei che, perciò stesso, aveva dei doveri a cui adempiere. Ma certamente S. Anna non era in possesso di alcun libro, caso mai a quell’epoca si scriveva su tavolette o sulla pergamena; dunque, rimane più rispondente alla realtà, quella raffigurazione di S. Anna nel gesto di insegnare a Maria con un rotolo di pergamena che le poggia in grembo.
Altre rappresentazioni della Santa ce la mostrano mentre alza la mano, puntando un dito verso l’Alto, certamente impartisce una istruzione di tipo spirituale: come a dire che insegna alla figlia le “cose di Dio”.
Comunque in queste raffigurazioni si possono cogliere sempre due elementi: quello di una madre attenta all’apprendimento della propria figlia, intenta ad educarla e lei stessa convinta degli elementi che impartisce, e quello di una figlia obbediente, che ascolta e apprende dalle parole della propria madre. S. Anna è quasi sempre rappresentata anziana, poiché viene ricordato il mistero del concepimento in tarda età (apocrifi).
Esistono anche raffigurazioni (sono però per lo più raffigurazioni moderne) di S. Gioacchino che, come S. Anna, è un uomo anziano che tiene la propria figlioletta sulle ginocchia e le parla con il desiderio di trasmetterle tutto quello che “possiede” o che la istruisce nell’apprendimento della Torah.
Infine, si può facilmente trovare un’icona russa che rappresenta le nozze dei due santi genitori di Maria. E’ sicuramente una delle più belle rappresentazioni dell’amore coniugale: rappresenta una coppia che si abbraccia o, piuttosto, che cade l’una nelle braccia dell’altro. Se si esamina attentamente l’icona, si scopre che i due volti disegnano un grande cuore. Maria, la Benedetta, la Madre di Dio, Madre dell’Amore, è nata da una coppia che si amava di un amore apparentemente senza storia…mentre stava per dare al mondo Colei che, con il suo “sì”, avrebbe accolto il Verbo, Signore della storia, che si fa uomo per condividere il destino dell’umanità e salvarla.
Nelle raffigurazioni artistiche S. Anna è stata rappresentata mentre insegna a leggere alla Vergine; immagine che è di probabile origine inglese, come testimoniano alcuni esempi di manoscritti risalenti al XIII sec. e conservati presso la biblioteca bodleiana di Oxford e gli affreschi di Croughton (Northants). E’ stata anche rappresentata in compagnia del marito Gioacchino alla festa di fidanzamento o matrimonio. Lutero attaccò duramente il culto in onore di S. Anna e le immagini che la raffiguravano con Gesù e Maria, opera di artisti rinascimentali. Ma nulla impedì alla Santa Sede, come abbiamo visto, di estendere l’osservanza della sua festa a tutta la Chiesa nel 1584.
Il culto di Gioacchino ebbe inizio ad Oriente: la prima rappresentazione artistica, in Italia, è quella delle colonne della cattedrale si San Marco, in Venezia. Probabilmente il più famoso ciclo pittorico, dedicato ad entrambi, è quello dipinto da Giotto nella cappella degli Scrovegni, a Padova, ma molte scene, come il matrimonio di Gioacchino e Anna, sono rappresentate ovunque in Europa.
Di chi sono i Patroni?
S. Anna è, per antonomasia, la Patrona delle puerpere, invocata soprattutto dalle mamme in attesa e con difficoltà legate alla gestazione. I Santi potrebbero anche essere considerati i patroni delle coppie in difficoltà: a loro Dio ha concesso in tarda età un “frutto” meraviglioso, premiando la loro fedeltà all’alleanza promessa ai padri.
Dal punto di vista umano, i due Santi coniugi potrebbero, a buon diritto, essere considerati i Patroni dei nonni (erano i nonni di Gesù). Maria ha partorito il Figlio di Dio a Betlemme (Casa del pane): il Pane di Dio, l’Uomo Gesù, ci faccia rinascere continuamente nello spirito e ci conceda di trasmettere ai nostri figli e ai nostri nipoti il desiderio di Dio.
Inoltre, soprattutto dal punto di vista della loro raffigurazione artistica, possono essere anche ritenuti a ragione come i Patroni degli educatori, poiché hanno insegnato alla Vergine Maria a pregare e a porsi in ascolto della Parola di Dio. Perciò gli educatori e i genitori, possono considerarli loro Patroni e protettori nel compito delicato e difficile di formatori delle nuove generazioni.
CULTO
Il culto verso i santi genitori della Beata Vergine è molto antico, tra i Greci soprattutto. In Oriente si venerava S. Anna già nel secolo VI e tale devozione si estese lentamente in tutto l’Occidente a partire dal secolo X fino a raggiungere il suo massimo sviluppo nel secolo XV (il culto in onore di san Gioacchino solo verso il sec. XIV). Nel rito bizantino il 25 luglio si ricorda la dedicazione a Costantinopoli di una basilica in onore di sant’Anna da parte di Giustiniano nell’ VIII secolo (Mess. Rom.). Da questa chiesa parte delle reliquie vennero poi trasportate a Gerusalemme e quindi a Roma dove, all’interno della Chiesa di S. Maria Antiqua, sono presenti raffigurazioni pittoriche di S. Anna.
Nel corso del X secolo la festa in suo onore, chiamata la “concezione di S. Anna”, si diffuse a Napoli e, subito dopo in Inghilterra e in Irlanda. Nel 1100 circa, con lo sviluppo del culto della Vergine Maria (sec. XII), si provò nuovo interesse per i suoi santi genitori anche in Inghilterra e si cominciò ad osservare la festività di S. Anna a Canterbury e a Worcester subito dopo. Duren (Renania), Apten-Provence, Canterbury, Reading, Durham e altre città si dichiararono in possesso di reliquie della Santa.
Più precisamente nel 1584 venne istituita la festività di S. Anna, mentre S. Gioacchino era lasciato discretamente in disparte, forse per la stessa discordanza sul suo nome che si rivela negli scritti apocrifi (cfr Etimologia), posteriori al Protovangelo di Giacomo. I due santi venivano celebrati separatamente: S. Anna il 25 luglio dai Greci e il giorno successivo dai Latini. Nel 1584 anche S. Gioacchino trovò spazio nel calendario liturgico, dapprima il 20 marzo, per passare alla domenica nell’ottava dell’Assunta nel 1738, quindi al 16 agosto nel 1913 e ricongiungersi alla santa consorte, col nuovo calendario liturgico, al 26 luglio. Anche S. Anna, per molti secoli, venne festeggiata in altra data: il 9 settembre. S. Anna era, ed è, ancora popolare soprattutto in Bretagna e in Canada. Secondo l’opinione generale, S. Gioacchino è sepolto a Gerusalemme.
LITURGIA
Nel calendario romano i Santi Gioacchino e Anna sono festeggiati col grado di memoria obbligatoria al 26 luglio.
Nella Liturgia delle Ore le parti proprie sono le seguenti:
– II lettura dell’Ufficio delle Letture, presa dai “Discorsi” di San Giovanni Damasceno, Vescovo;
– Lettura breve;
– Responsorio breve;
– Antifona al Ben. / Magn.;
– Intercessioni per Lodi e Vespri.
La Liturgia eucaristica, ha la colletta propria con
– la I lettura tratta da Sir 44, 1. 10 – 15;
– il Sal 131, cadenzato dal versetto: “Il Signore è fedele alla sua promessa”;
– il Vangelo tratto da Mt 13, 16 – 17.
PREGHIERE
Dio dei nostri padri,
che ai santi Gioacchino e Anna
hai dato il privilegio di avere come figlia Maria,
Madre del Signore,
per loro intercessione concedi ai tuoi fedeli
di godere i beni della salvezza eterna
(Dalla Colletta del 26 luglio; Mess. Rom.)
La tradizione ci dà i nomi di Anna e Gioacchino che nulla permette di verificare scientificamente; ma ci trasmette anche, in questa preghiera, uno dei più bei NOMI di Dio: DIO DEI NOSTRI PADRI. Sì, abbiamo dei padri nella fede, abbiamo una genealogia umana, ma anche una genealogia spirituale. E Gesù, nascendo, ha voluto avere una genealogia: il Dio fatto uomo è nato da una donna che discende da una progenie umana.
Bibliografia:
“Il Santo del giorno”; Mario Sgarbossa, Luigi Giovannini; Ed. Paoline, Roma 1981; pp. 355-357.
“L’ORA DELL’ASCOLTO”, UMIL, Ed. Piemme del Deserto; 1989; pp. 2494-2496 (cfr anche Liturgia delle Ore, Vol. III, p. e IV, p. ).
Messale feriale Emmaus, Ed. Paoline, 1985; 26 luglio Santi Gioacchino e Anna, Genitori della B.V.M. pp. 2007 – 2011.
“La vita della Madonna secondo le contemplazioni della pia suora stigmatizzata Anna Caterina Emmerick”, tradotto dal tedesco, parte introduttiva e note a cura di Vincenzo Noja, Coproduzione: Ed. Ancilla; Myriam; maggio 1997 (soprattutto parte I: “la promessa si compie, visioni sugli antenati della Madonna, visioni sui misteri e il concepimento di Maria SS.”; pp. 25-75).
“Dizionario Oxford dei santi”; David H. Farmer; Franco Muzzio Editore, 1987; alla voce: “Sant’Anna” (pp. 25-26) e “San Gioacchino” (pp. 203-204).
Sito “Santi e Beati” (http://www.santiebeati.it/): breve profilo storico e immagini.