“L’Agnello immolato è degno di ricevere potenza
e ricchezza e sapienza e forza e onore:
a lui gloria e potenza nei secoli, in eterno” (Ap 5, 12; 1, 6)
Colletta B
O Dio, fonte di ogni paternità,
che hai mandato il tuo Figlio per farci partecipi del suo sacerdozio regale,
illumina il nostro spirito,
perchè comprendiamo che servire è regnare,
e con la vita donata ai fratelli confessiamo la nostra fedeltà al Cristo,
primogenito dei morti e dominatore di tutti i potenti della terra.
Oggi è la solennità di Cristo, re dell’universo, Signore del tempo e della storia.
Gesù è Re, è re dell’universo: il suo trono è la Croce.
È l’unico trono che accetta ed è l’unica volta che accetta di farsi chiamare re.
Infatti dopo la moltiplicazione dei pani, quando la gente andò da lui per farlo re, lui se ne andò a pregare.
Ora, invece, sul suo trono splende il suo titolo “Gesù Nazareno, Re dei Giudei”.
Si tratta di un Re e di un regno tutto diverso. E se noi siamo suoi sudditi, non possiamo certo aspirare a regni diversi.
Siamo chiamati a condividere il suo trono.
La Parola che viene spezzata per noi oggi ci dà alcune indicazioni per comprendere questo nostro re.
Il profeta Daniele (7, 13-14) in due versetti ci narra di “un figlio di uomo” a cui fu dato potere, gloria e regno e il suo regno è tale che non sarà mai distrutto.
Certo è misterioso questo figlio di uomo, ma per noi è Gesù Cristo, vero re della storia, dell’umanità e della nostra vita.
Nella seconda lettura l’Apocalisse (Ap 1, 5-8), ci parla di Gesù, colui che ci ama, che ci ha liberati dai nostri peccati,
che fu trafitto ma è l’Alfa e l’Omega, Colui che è, che era e che viene.
È l’amore, dunque, l’unità di misura di questo giudizio e del Regno.
Quando, allora, Gesù consegnerà il regno a Dio Padre, perché Dio sia tutto in tutti, saremo tutti valutati in base all’amore.
Il Vangelo di Giovanni (Gv 18,33b-37) ci narra dettagliatamente l’interrogatorio fra Pilato e Gesù.
Gesù rivendica -senza mostrare miracoli- il suo regno, che non è di questo mondo.
Pilato non capisce di cosa sta parlando e le domande incalzanti dimostrano quanto sia lontano dalla verità.
Pilato è lontano dalla fede. Solo chi è “dalla verità, ascolta la voce”.
Ma questa è la voce di Gesù, il vero Re, il vero buon pastore, che ascoltano le pecore.
Pilato a Gesù dice una grande verità: Tu sei re? ma lo è sul serio.
Oggi è la solennità di Cristo re, l’Alfa e l’Omega della nostra vita, il Signore del tempo e della storia.
Il prefazio della solennità odierna, così ci fa pregare:
Tu [Padre] con olio di esultanza
hai consacrato Sacerdote eterno
e Re dell’universo il tuo unico Figlio,
Gesù Cristo nostro Signore.
Egli, sacrificando se stesso
immacolata vittima di pace sull’altare della Croce,
operò il mistero dell’umana redenzione;
assoggettate al suo potere tutte le creature,
offrì alla tua maestà infinita
il regno eterno e universale:
regno di verità e di vita,
regno di santità e di grazia,
regno di giustizia, di amore e di pace.