Abbiamo chiuso da alcuni giorni l’ottava di Pasqua.
In questo mese di aprile abbiamo ben 4 domeniche per ricordarci che “questo è il giorno che ha fatto il Signore”. Una grande ottava…o meglio 50 giorni che ci porteranno alla Pentecoste.
Ma nel frattempo ogni domenica, pasqua della settimana, rinnoviamo la nostra fede, la nostra speranza, nel Signore.
Nella terza domenica nel vangelo secondo Luca (24, 35-48) troviamo Gesù che si presenta “in persona” ai discepoli mentre parlavano dei fatti della risurrezione. A noi viene da sorridere: si parla di una persona morta ma invece è viva! Eppure è successo così. Siccome i discepoli erano un po’ stupefatti Gesù disse:
“Avete qui qualcosa da mangiare?” Gesù supera sempre le nostre aspettative, i nostri desideri, i nostri dubbi. Chi si aspettava che un morto risorgesse? Eppure Gesù è risorto!
Nella quarta domenica: Gesù può dichiararsi “buon pastore“, perché dà la sua vita per le pecore che egli ama. È un ribaltamento dell’immagine: dall’essere servito a servire, dall’essere primo all’essere ultimo.
Gesù dice: “Io sono il Buon pastore”, e la prova sta nella sua libertà e disponibilità a dare la sua vita per me e a riprendersela per poter ricominciare. Questo significa che è uno che dà, e non chiede niente in cambio.
Nella quinta domenica: nel Vangelo (Gv 15,1-8) Gesù ci ricorda che “chi rimane in me ed io in lui fa molto frutto”. Ed è sempre Giovanni, nella seconda lettura (1Gv 3,18-24) che ci indica come rimanere in lui: “Questo è il suo comandamento: che crediamo e ci amiamo”.
Queste tematiche sono entusiasmanti…ma sembra che la nostra vita sia quasi sdoppiata…la Chiesa ci propone un cammino di fede, una tematica che ci accompagna tutto il tempo pasquale, ma poi usciamo dalla Chiesa e la famiglia ci tira da una parte, la società e il lavoro dall’altra…e non sappiamo a chi dare retta. Non si tratta di dare retta a nessuno, ma allo Spirito, al Signore che ci accompagna ogni giorno. Ma ogni giorno sul serio…e ogni giorno ci dice qualcosa.
Siamo sempre di fronte a un bivio…andare a dx o a sn…fare scelte o non farle, camminare o stare fermi. Ma alla fine è lo Spirito che deve prevalere. Diversamente spesso le “frustrazioni” ci spingono a non fare nulla. Ma il Signore è sempre presente.
Non siamo più abituati ad ascoltare lo Spirito? Forse che sì.
Non siamo più abituati a scelte? Vero…non solo per la vita religiosa ma anche per le diverse scelte della vita.
Non siamo più abituati alla radicalità? …sembra. Ci si aggiusta su tutto, anche sulla fede.
Forse possiamo osare in questo tempo pasquale ad ascoltare di più lo Spirito, il Signore, la Chiesa…e metterci in cammino, metterci in discussione, metterci seriamente alla sequela.