XIX Domenica C
Sii fedele Signore alla tua alleanza,
non dimenticare mai la vita dei tuoi poveri.
Sorgi Signore, difendi la tua causa,
non dimenticare le suppliche di coloro che ti invocano. Sal 73, 20.19.22.23
Colletta
Arda nei nostri cuori, o Padre, la stessa fede che spinse Abramo a vivere
sulla terra come pellegrino,
e non si spenga la nostra lampada,
perché vigilanti nell’attesa della tua ora
siamo introdotti da te nella patria eterna.
La liturgia di questa domenica ci ricorda la vigilanza.
In questo periodo di ferie e di riposo sembra quasi che la Parola di Dio voglia mantenerci “svegli” e vigili, per nutrire il nostro spirito.
La prima lettura tratta dalla Sapienza (Sap 18, 3.6-9) con un linguaggio quasi poetico ci ricorda l’esodo dall’Egitto, la colonna di fuoco, il sole, la notte.
Ma tutto questo era per la salvezza, per il progetto di Dio.
La seconda lettura, tratta dalla lettera agli Ebrei (11, 1-2.8-19) ci rammenta che la fede è il fondamento delle cose invisibili e che si sperano.
Abramo per questa fede riceve la promessa di una discendenza. E la discendenza arriva con Isacco.
Umanamente parlando non c’era speranza per Abramo, ma appunto sperò nel Signore e il Signore fece con Lui un’alleanza eterna.
Il Vangelo di Luca (12, 32-48) prosegue il discorso sulla «vigilanza nell’attesa» e sulla «fedeltà nell’attesa».
«Tenetevi pronti» (v. 40). Non si sa quando viene il ladro per svaligiare la casa.
Ecco, allora, la figura «dell’amministratore fedele e saggio» (v.42) che il Signore pone a capo della sua servitù.
Chi è costui? È quel servo che lavora sempre, è fedele al padrone, fa il suo dovere giorno e notte.
Al contrario: il servo infedele, che approfitta dell’assenza del padrone per «percuotere i servi e le serve, per mangiare, bere e ubriacarsi» (cfr v. 45), sarà punito con rigore.
Ugualmente il servo negligente che a volte fa la volontà del padrone e a volte non la fa.
Gli esempi sono due: il servo fedele che rimane sempre al suo posto e il servo infedele che fa cose meritevoli di punizione.
«A chi fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più» (v. 48).
Questa è la nostra responsabilità nel servizio del Signore: ci è affidato molto e molto dobbiamo riconsegnargli, ma per amore, non per interesse e profitto e secondi fini.
Il Salmo responsoriale ci fa cantare: Beato il popolo scelto dal Signore.
Signore Gesù, tu ci affidi molto, ci metti a capo della tua servitù e ci lasci alla nostra responsabilità.
Aiutaci affinché non siamo «ladri» di quanto tu ci affidi,
ma servitori fedeli e saggi, che sanno saggiamente amministrare i beni, rispettare e amare gli altri.
Tu, Signore, ci affidi molto, perché ci ami e ci vuoi tuoi amici fedeli.
Aiutaci a non lavorare per te per interesse e secondi fini, ma per amore, solo per il tuo grande Amore.
In questa settimana:
– 10 agosto: s. Lorenzo, martire, festa -domenica-
– 11 agosto: s. Chiara, mem.
– 12 agosto: beato Isidoro Bakanja, carmelitano, memoria fac.
– 14 agosto: s. Massimiliano Maria Kolbe, mem.
– 15 agosto: Assunzione beata Vergine Maria, solennità