Santa Teresa di Gesù (di Los Andes, 1900-1920)
Juana Fernandez Solar
Nacque a Santiago del Cile il 13 luglio 1900. Fin dalla sua adolescenza fu affascinata da Cristo. Entrò nel monastero delle Carmelitane scalze di “Los Andes” il 7 maggio 1919 con il nome di Teresa di Gesù. Morì il 13 aprile 1920 dopo aver fatto la sua professione religiosa. È stata beatificata da Giovanni Paolo II il 3 aprile 1987 a Santiago del Cile e proposta come modello per i giovani. È il primo fiore di santità della nazione cilena e del Carmelo in America Latina. Si festeggia la sua memoria liturgica il 13 luglio.
La vita di Teresa di Los Andes è stata molto breve, ma intensa: ha saputo viverla in pienezza, cogliendo la Grazie di Dio e aderendovi pienamente e senza riserve. Fin da piccola manifestava atti di generosità, di umiltà e virtù – nascosti agli altri – ma ben chiari a lei. Nasce in un ambiente agiato, ricco, ma Teresa – che chiamavano Juanita – non ne resta contagiata: è libera dentro, pura come un “angelo” – come dichiarerà la madre Lucia – che disse: “di aver ricevuto più che una figlia, un angelo e di esserne indegna”. Fu di testimonianza nel suo ambiente aristocratico, ma anche in quello dei poveri che lavoravano nelle “faciendas” al servizio della sua famiglia. Quando entra al Carmelo, tanto bramato e desiderato, compie una corsa veloce per raggiungere “il premio che il Signore voleva donarle lassù”. È anche qui al Carmelo di esempio, nelle virtù, negli atti di sottomissione e di pazienza, di generosità: in tutto. Dio le concesse grazie straordinarie e mistiche. S. Teresa sa offrire ogni tipo di sofferenza, convinta che era una cosa necessaria per contribuire con Cristo a salvare anime. Pur avendo la possibilità di avere la strada aperta per fare “carriera”, rinuncia a tutto, si sottomette al crogiolo della prova e della purificazione che il Signore permette per distaccarla da tutto e lei accetta con gioia e riconoscenza.
La sua spiritualità è fondata sul distacco, sull’amore alla mortificazione, sulla sofferenza accettata con amore – ne aveva compreso tutto il valore redentivo. Scrivendo alla sorella dice: “Nella croce c’è l’amore e, amando, si è felici”. Il suo amore grande verso l’unico Dio, amato sopra ogni cosa, fece sì che essa cercasse fin da piccola di unirsi sempre di più a Lui, fino a contrarre prima della morte – come attestò il suo confessore – “il matrimonio spirituale con Cristo”. Tutta la sua breve vita fu un continuo anelito a Cristo Crocifisso e Risorto. La sua spiritualità è fondata sulla piena conformità al “divino volere”, perciò S. Teresa, che desiderava assimilarsi a Gesù Crocifisso per salvare anime, fece sua anche questa “sete” di Gesù sulla Croce: “Ho sete”; amando Lui, non poteva non amare tutti i fratelli e le sorelle in Cristo, soprattutto i più lontani e restii ad avvicinarsi alla fede.
Fu una vera martire di amore sull’esempio di S. Teresa di Gesù Bambino e di S. Teresa di Gesù.