“Un segno grandioso apparve nel cielo:
una donna ammantata di sole,
con la luna sotto i suoi piedi
e sul capo una corona di dodici stelle”.
Ap 12,1
Dio onnipotente ed eterno, che hai innalzato alla gloria del cielo in corpo e anima l’immacolata Vergine Maria, madre di Cristo tuo Figlio, fa’ che viviamo in questo mondo costantemente rivolti ai beni eterni, per condividere la sua stessa gloria.
Un po’ di storia.
Con il dogma sull’Assunzione di Maria da parte di Pio XII (Munificentissimus Deus, 1 novembre 1950) abbiamo l’ultimo dogma mariano.
“Pertanto a gloria di Dio Onnipotente che ha riversato in Maria Vergine la sua speciale benevolenza, a onore del suo Figlio, Re immortale dei secoli e vincitore del peccato e della morte, a maggior gloria della sua augusta madre ed a gioia ed esultanza di tutta la Chiesa, per l’autorità di Nostro Signore Gesù Cristo, dei santi apostoli Pietro e Paolo e nostra, pronunziamo, dichiariamo e definiamo essere dogma da Dio rivelato che l’Immacolata Madre di Dio, sempre Vergine Maria, terminato il corso della vita terrena fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo.”
Questo è il nucleo, le parole centrali del dogma.
Ci sono state delle correnti che hanno ripreso il tema della morte di Maria. Il Papa nella definizione dogmatica prescinde dal tema della morte di Maria, non si sofferma sulla discussione della morte o non morte di Maria, entrambe le tesi possono essere accettate. L’espressione che il Papa usa: “Terminato il corso della vita terrena” non dice ”dopo essere morta”, ma non dice neanche che Maria non è morta; il Papa richiama solo che terminata l’esperienza in questo mondo Maria è stata assunta in cielo. Questo “mistero” è grande, ma sempre creduto dalla gente semplice, dal popolo cristiano, che ha venerato Maria con preghiere, inni e canti. Molto belli i canti popolari a lei dedicati: “Andrò a vederla un dì”, “Mira il tuo popolo” per citarne alcuni dei più noti.
La liturgia della Parola
La liturgia di questa solennità estiva è un ringraziamento a Dio, nostro Signore e Padre, per Maria, assunta in cielo, in corpo e anima.
Nella prima lettura (Ap 11, 19a; 12, 1-6a. 10b) ci viene descritto un segno nel cielo: una donna vestita di sole.
A questo brano fa eco il salmo responsoriale con il versetto: “Risplende la regina, Signore, alla tua destra”.
Nella seconda lettura (1Cor 15, 20-27a) san Paolo ci parla di Cristo, primizia di coloro che sono morti. E nel lungo brano evangelico secondo Luca (1, 39-56) abbiamo la visita di Maria a Elisabetta, sua cugina. L’incontro tra le due è un’esplosione di gioia e di ringraziamento a Dio, che ha operato in loro due cose grandi.
Rileggiamo il brano della visitazione e del Magnificat, cercando di immedesimarci nei sentimenti di Maria per poter, così, rendere lode a Dio.
Dal Vangelo secondo Luca
In quei giorni, Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo.
Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore”.
Allora Maria disse:
ìL’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perch» ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente
e Santo È il suo nome:
di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato a mani vuote i ricchi.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri,
ad Abramo e alla sua discendenza,
per sempre”.
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
Nel Graduale Romano i canti proposti per questa solennità sono i seguenti:
Introito: Signum magnum oppure ad libitum: Gaudeamus
Alleluia: Assumpta est
Offertorio: Assumpta est
Comunione: Beatam me dicent
In italiano
Inizio: Madre Santa (La Casa del Padre, 585); oppure Madre del Salvatore (584)
Offertorio: Signore fa di me (726)
Comunione: Magnificat (159-164)
Congedo: Vergine del silenzio (595)
E in questo giorno solenne si elevano a Maria le nostre lodi, ma soprattutto al Figlio, che la volle accanto a se nella gloria, dove un giorno speriamo di essere anche noi, a cantare in eterno la misericordia di Dio.