Monastero Carmelo Sant'Anna

Carpineto Romano

19 marzo: le solennità di quaresima

Le solennità nella Quaresima
Durante il tempo di Quaresima che ci prepara alla santa Pasqua troviamo nel nostro calendario due belle feste in onore ai genitori di Gesù: san Giuseppe e l’Annunciazione a Maria.

Il 19 marzo, come ben sappiamo, è la festa del “papà” perché è il giorno dedicato al padre putativo di Gesù:
san Giuseppe, uomo scelto da Dio a svolgere il compito più delicato quale quello di “padre putativo” e capo della santa Famiglia. Questo compito, lo svolse con sommo amore.
Fu virtuoso e degno della sua sposa che è la Vergine Purissima e “piena di grazia”. Vicino a lei, solo un uomo giusto, fedelissimo e castissimo poteva stare.
Essere sposo di Maria, quindi, è la sorgente delle grazie e dei privilegi che lo resero grande. Egli amò Maria con amore puro, soprannaturale.
L’amore soprannaturale, ci fa gustare il vero amore e ci unisce a Dio nel modo più intimo.
A san Giuseppe fu dato l’onore di proteggere e di servire Gesù, ebbe l’amore, l’affetto, la sollecitudine superiore alla paternità naturale ed adottiva.
San Giuseppe ha dato a Gesù la famiglia, la patria, l’educazione, l’eredità storica della stirpe di Davide. Maria ha avuto bisogno di questo uomo pio, laborioso, giusto.
Pensiamo a quante volte i suoi occhi si sono posati su Gesù guidandolo nella sua crescita! Il vangelo chiama san Giuseppe “uomo giusto” poiché possiede tutte le virtù.
Questo è il più bell’elogio che gli si possa fare! Egli è maestro di fede, poiché credette subito alla maternità di Maria, la quale concepì per opera dello Spirito Santo.

E la seconda festa che troviamo durante la quaresima è quella del 25 marzo: l’Annunciazione di nostro Signore.
Nel momento dell’annunciazione Maria è rimasta turbata dalle parole dell’Arcangelo Gabriele, ma poi, come sappiamo, accettò con gioia la volontà di Dio dicendo:
“avvenga di me quello che hai detto!”. Ciò esprime un desiderio come a dire: magari fosse fatta in me questa volontà!.
Nel testo greco della Bibbia infatti si traducono proprio in questo modo le parole di Maria.
Lei dà gioiosamente una disponibilità senza limiti, prontissima ad accogliere la volontà di Dio al punto di mettersi in viaggio per andare dalla cugina Elisabetta,
la quale aspettava un bambino. Questo bambino era il segno di conferma di ciò che l’angelo le aveva annunciato, e lei, mettendosi in viaggio dà risposta concreta alla volontà di Dio,
il quale l’aveva scelta sin dall’eternità per attuare il suo progetto di amore. Così è piaciuto alla sua Bontà, darci questa Madre che ha ridato vita, con il suo sì d’amore,
a tutta l’intera umanità. Partorì dando al mondo la vita stessa che tutto rinnova che è Dio; e da Dio la Vergine è stata arricchita dei sui doni.
Per questo impareggiabile privilegio, Mari è chiamata la “tutta santa”, e immune da ogni macchia di peccato. Adorna fin dal primo istante della sua concezione,
con gli splendori di una santità del tutto singolare, Maria è per ordine di Dio, salutata dall’angelo quale “piena di grazia”.
Dal suo sì, dipende tutta la storia dell’umanità, per il quale non le saremo mai abbastanza grati.
In questo tempo di quaresima del tutto mariano chiediamo alla nostra Madre di prenderci per mano per accompagnarci con gioia alla Pasqua!

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