Nell’odierna commemorazione la liturgia propone tre formulari di celebrazioni eucaristiche.
Nel primo viene sottolineata la speranza di vedere il Signore “nella terra dei viventi” e il vangelo (Gv 6, 37-40 ci rammenta che “chiunque vede il Figlio e crede in Lui abbia la vita eterna”.
Il secondo formulario ci presenta il regno dei cieli come un banchetto (cfr Mt 25, 31-46).
Infine l’ultimo formulario, facendoci leggere il passo delle beatitudini (Mt 5, 1-12a),
ci ricorda la visione beatifica di Dio per il giusto che ha vissuto nella fedeltà la vocazione battesimale.
In questa giornata di ricordo e preghiera per quanti ci hanno preceduto su questa terra, chiediamoci cosa ci spinga a ricordare fratelli e sorelle che sono defunti. È la fede nella comunione dei santi! Sappiamo che sono morti nel segno della fede e dormono il sonno della pace. La chiesa nostra Madre pone in risalto il carattere pasquale della morte cristiana. Attraverso la preghiera, viviamo l’atmosfera raccolta e orante colma di fede e di speranza.
Guardiamo la morte del “credente” e capiamo molte cose, in primis che siamo quel popolo peregrinante nel deserto per raggiungere la Terra promessa.
Perciò anche il giorno dei defunti è giorno di gioia e di speranza.
Chi spera nel Signore non resta confuso:
“In te Signore ho sperato, mai sarò deluso”
(“In te Domine speravi, non confundar in aeternum” nel Te Deum).
Preghiamo con la colletta della prima Messa:
“Ascolta o Dio la preghiera che la comunità dei credenti
innalza a te nella fede del Signore risorto,
e conferma in noi la beata speranza
che insieme ai nostri fratelli defunti
risorgeremo in Cristo a vita nuova”.
Il prefazio “La speranza della risurrezione in Cristo” è molto bello e intenso.
“E’ veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.
In Cristo tuo Figlio, nostro salvatore, rifulge a noi la speranza della beata risurrezione,
e se ci rattrista la certezza di dover morire, ci consola la promessa dell’immortalità futura.
Ai tuoi fedeli, o Signore, la vita non è tolta, ma trasformata;
e mentre si distrugge la dimora di questo esilio terreno,
viene preparata un’abitazione eterna nel cielo”