Gesù al cieco: tu credi al figlio dell’uomo?
Domenica: Laetare (della gioia, dalla prima parola dell’ingresso dell’antifona della Messa)
Rallegrati, Gerusalemme,
e voi tutti che l’amate, riunitevi.
Esultate e gioite, voi che eravate nella tristezza:
saziatevi dell’abbondanza della vostra consolazione. (cfr. Is 66, 10-11)
Colletta A
O Dio, Padre della luce, tu vedi le profondità del nostro cuore:
non permettere che ci domini il potere delle tenebre,
ma apri i nostri occhi con la grazia del tuo Spirito,
perchè vediamo colui che hai mandato a illuminare il mondo,
e crediamo in lui solo, Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore.
Oggi è la domenica del cieco nato. Quante volte anche noi siamo “ciechi” dinanzi al Signore che ci chiama e ci invita alla conversione del cuore?
Lasciamoci guidare dalla Parola.
Nella prima lettura (1Sam 16, 1b.4.6-7. 10-13) leggiamo che Samuele viene inviato a Betlemme a ungere re uno dei figli di Jesse.
Gli vengono presentati tutti i figli maggiori, ma su nessuno di loro cade la scelta del Signore. Infine l’ultimo, Davide, che non era nemmeno considerato, ed era al pascolo delle pecore madri. L’unzione di Davide segna una tappa nella storia di Israele.
Ancora una volta il Signore ci mostra che “lui guarda il cuore, non l’aspetto”.
Paolo esorta gli Efesini (5, 8-14) a vivere nella luce e non nelle tenebre, a far opere di luce e non di tenebre. Cristo illumina.
La pericope evangelica di Giovanni (9, 1-41) è il dialogo tra Gesù e il cieco nato.
Abbiamo un cammino inverso: al cieco è ridonata la vista e anche la fede, ai farisei che ci vedevano subentra l’oscurità e l’ostinazione più assurda.
Alla guarigione del cieco sovrappongono l’osservanza del sabato. Osservare il sabato è garanzia di fedeltà a Dio. In questo, Gesù sconvolge i farisei perché fa cose contrarie al sabato: impasta fango, lo spalma sugli occhi…ma appunto Gesù ci invita ad andare oltre, a “vedere” oltre, ad andare lontano. Non rigidi e fissi…ma aprirci alla luce.
Il dialogo si fa sempre più fitto e pieno di luce per il cieco e di oscurità per i farisei. Che cosa ci dice questo brano evangelico, ricco di particolari?
Che potremmo essere dalla parte dei “giusti” farisei, sempre a posto, sempre convinti di sapere la legge a memoria e sapere cosa Dio deve o non deve fare.
Potremmo essere dalla parte del cieco nato, che alla fine non è difeso neanche dai genitori.
In lui un miracolo evidente è avvenuto, era cieco e si ritrova vedente e credente.
Infine, la folla che osserva il tutto. Scegliere la vita è scegliere Cristo.
A questo siamo chiamati… altrimenti le tenebre avvolgono la nostra vita, le nostre scelte, i nostri desideri.
Solo Tu, Signore sei la nostra luce,
solo Tu, Signore rischiari le nostre tenebre,
solo Tu, Signore dai luce alla nostra vita e al nostro operare.
Un cieco incontra la luce vera
I nostri occhi si aprono vivendo con Gesù
Con il Salmista ripetiamo:
Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.