Monastero Carmelo Sant'Anna

Carpineto Romano

Ascensione B

“Uomini di Galilea, perchè fissate nel cielo lo sguardo?
Come l’avete visto salire al cielo,
così il Signore, ritornerà”. Alleluia. (At 1, 11)

Colletta
Esulti di santa gioia la tua chiesa o Padre per il mistero che celebra in questa liturgia di lode,
poichè nel tuo Figlio asceso al cielo la nostra umanità è innalzata accanto a te,
e noi, membra del suo corpo, viviamo nella speranza di raggiungere Cristo, nostro capo, nella gloria.

“Uomini di Galilea, perchè fissate nei cieli lo sguardo?” (At 1, 11). Questa domanda viene rivolta anche a noi, oggi: perchè stiamo a fissare lo sguardo nei cieli?
Siamo invitati ad abbassare lo sguardo a terra, verso i nostri fratelli e sorelle perchè Gesù, morto, risorto e asceso al cielo, si è “nascosto” in ogni persona che incontriamo nel nostro cammino.

Leggiamo le letture.
Gli Atti (1, 1-11) ci fanno una sintesi del nostro credo, dopo la risurrezione di Gesù.

Nella lettera agli Efesini (4, 1-13) san Paolo ci parla con un linguaggio che a noi fa sorridere.
“Vi esorto io, il prigioniero del Signore”….per esortarci a credere che Gesù “ascese al cielo”, che in Lui ci sono dati tanti doni: “E’ lui che ha stabilito alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e maestri…”. E’ la Pentecoste, il dono dello Spirito.

Nel Vangelo di Marco (Mc 16, 15-20) in pochi versetti troviamo la sintesi della nostra fede: “Chi crederà a sarà battezzato sarà salvo”.
E il Signore, anche se “fu assunto in cielo” “operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l’accompagnavano”.
Anche noi siamo invitati a “salire”.
La nostra vita è un salire e scendere, alti e bassi, luce e tenebre. Ma non siamo soli.
Ed è questa la nostra fede, questa la speranza che non muore mai e che ci spinge alla carità: non essere soli, sapere che Lui è sempre accanto a noi e che non ci abbandona mai.
Queste sono le certezze della fede, certezze che il mondo non ha e pare che non voglia avere.
Con l’Ascensione Gesù sembra volerci ricordare di “amare”, è venuto per questo.

Chiediamo al Signore in questa novena di Pentecoste, anzi in questa settimana tra l’Ascensione e la Pentecoste, di liberarci da tante piccole e grandi schiavitù, di cui siamo “prigionieri”; a volte siamo prigionieri di noi stessi, della società che ci circonda, della moda, del lavoro.
Ma il Signore è venuto per liberarci da tutte queste cose.
E l’Ascensione ci ricorda che la nostra patria non è quaggiù.

Preghiamo con il Salmo 138 (139):
“Signore, tu mi scruti e mi conosci,
tu sai quando seggo e quando mi alzo…”

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