Con la quaresima torna il tema di come prepararsi alla Pasqua, come arrivare più liberi e più preparati spiritualmente. Nella nostra libertà osiamo “sfidare” tutto e tutti, anche il Signore, sfociando poi nel libertinaggio contro noi stessi, gli altri. “Tu Signore, tu sei nostro Padre, da sempre ti chiami nostro redentore. Perché, Signore, ci lasci vagare lontano dalle tue vie e lasci indurire il nostro cuore, così che non ti tema?” (Is 63, 16-17 ) Il Signore ci lascia liberi di “vagare lontano”, ma poi ci riattira a sé, continuamente. Le nostre opere, le opere del nostro cuore e “della carne” sono: “fornicazione, impurità, dissolutezze, idolatria, stregonerie, inimicizia, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere” (Gal 5, 18-21). E su queste cose possiamo dire molto! Ma lo Spirito, che conduce la nostra vita, il Signore sempre presente ci ricorda: “il frutto dello spirito è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé” (Gal 5, 22-23). “Viviamo dello spirito” (Gal 5, 25). La quaresima non è fare noi al Signore, ma lasciare che lo Spirito faccia in noi, e ogni cosa, ogni giornata, ogni evento…sia vissuto, offerto in rendimento di grazie, in offerta al Cristo Gesù che nel triduo pasquale ci ricorda che Lui “ha vinto il peccato e la morte” (annunzio del giorno di Pasqua). Allora con il Salmista diciamo: “non a noi, Signore, non a noi, ma al tuo nome da gloria, per la tua fedeltà, per la tua grazia (Sl 113 b, 1). Così si arriva alla Pasqua “centro di tutto l’anno liturgico” (annuncio del giorno di Pasqua) centro di ogni cuore credente e amante del Signore con spirito sereno, libero, pacifico, servizievole. Il tempo che stiamo vivendo invita a riflettere per uscirne migliori, positivi e propositivi.