Dopo la solennità dei Santi ci troviamo a celebrare la commemorazione dei fedeli defunti.
Il mese di novembre ci sembra un mese mesto, si direbbe triste.
Ma a ben guardare è il mese che porta in sé una vera saggezza: il riflettere sulla fugacità del tempo, sulla vanità delle cose, sulla vita eterna al di là dell’inutile sfoggio di tombe e fiori…
Sin dalla sera di tutti i Santi comincia una vera e propria processione verso il camposanto o cimitero: alcuni ancora con le lacrime agli occhi per un lutto recente, altri con fasci di fiori da portare sulla tomba dei propri cari, altri ancora semplicemente con la corona del Rosario in mano.
Si entra nel camposanto e si osservano tutte le iscrizioni apposte sulle tombe, le preghiere, i fiori.
Se poi c’è il sole il più delle volte sembra di entrare in un giardino.
Andare al camposanto, portare i fiori… cose senza dubbio lodevoli, ma dobbiamo andare al di là, dal momento che è necessario ravvivare la fede, ripristinare la comunione profonda con i nostri cari, che sono vivi in Dio.
Lo schema della liturgia del giorno ci presenta tre Messe.
Nella prima al salmo responsoriale cantiamo: “contemplerò la bontà del Signore, nella terra dei vivi”.
“Io lo so che il mio redentore è vivo” (Gb 19, 1.23-27a); “Chi crede nel Figlio ha la vita eterna, io lo risusciterò” (Gv 6, 37-40).
Nella seconda all’ingresso cantiamo: L’eterno riposa dona loro, Signore, e splenda ad essi la luce perpetua (4esd 2,34-35). Il vangelo di Matteo (Mt 25, 31-46) ci presenta il giudizio: le pecore saranno separate dai capri. I giusti saranno ricompensati per le opere buone fatte.
Nella terza messa all’alleluia: Benedetto sei tu, Padre, Signore del cielo e della terra, perchè ai piccoli hai rivelato i misteri del regno dei cieli.
In tutte le messe c’è questa speranza che ci attende in Cristo.
Commemorare i fedeli defunti vuol dire prendere coscienza di una realtà cui, forse, pensiamo con difficoltà: la morte. Ravviviamo la fede: i nostri cari sono vivi. Dio infatti non è il Dio dei morti, ma dei vivi.
In Dio abbiamo sperato perché ci salvasse. Rallegriamoci ed esultiamo perché ci ha messo a parte dell’eredità del cielo, dopo aver trasformato il nostro corpo mortale ad immagine del Suo corpo glorioso.
Pensare alla morte fa bene, ci rende saggi saggi: “Insegnaci a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuore”, ci fa pregare il Salmo 89.
Nella colletta della prima messa leggiamo questa preghiera:
“Ascolta, o Dio, la preghiera che la comunità dei credenti innalza a te
nella fede del Signore risorto, e conferma in noi la beata speranza
che insieme ai nostri fratelli defunti risorgeremo in Cristo alla vita nuova”
La chiesa concede l’indulgenza per i defunti: una sola volta se confessati e comunicati, si visita chiesa o cimitero e si recitano le preghere consuete: PadreNostro, Credo e intenzioni del Papa.
Tale facoltà va dal 1 all’8 novembre, per i defunti è concessa l’indulgenza plenaria.
In questo anno è stata concessa la proroga per tutto il mese di novembre per l’indulgenza per i defunti…Preghiamo questi nostri fratelli che vivono già al cospetto di Dio.