Monastero Carmelo Sant'Anna

Carpineto Romano

Domenica delle Palme C

Osanna al Figlio di Davide.
Benedetto colui che viene nel nome del Signore:
è il Re d’Israele.
Osanna nell’alto dei cieli (Mt 21, 9).

Questa domenica è molto impegnativa sia come testi della Parola di Dio, sia come inizio della settimana santa,
che ci porterà a vivere il triduo sacro e infine la Veglia pasquale con la domenica di risurrezione.
La celebrazione inizia con la processione delle Palme e l’ingresso trionfante in chiesa.
In qualche modo è una solenne chiusura della salita di Gesù a Gerusalemme e anche la chiusura della quaresima.

I testi propostici sono: Is 50, 4-7: Sl 21: Fil 2, 6-11: Lc 22, 14 – 23, 56.

In Isaia troviamo questo servo di Dio chiamato a vivere su di sé la sofferenza.
Personaggio misterioso che i padri hanno sempre raffigurato come il Cristo.
Questo è il terzo canto del servo del Signore: egli ha riposto tutta la sua fiducia nel Signore Dio e nonostante tutta questa sofferenza non torna indietro e “non resta deluso”.

Il Salmo 21 ci mette sulle labbra il ritornello: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?»
Questo drammatico versetto viene riportato da due soli evangelisti: Marco e Matteo, che lo mettono sulle labbra di Gesù morente in croce. Ed è veramente forte.
Né Luca né Giovanni riportano questa invocazione.

Il brano di Paolo ai Filippesi ricorda che Cristo Gesù si fece carne, prendendo la nostra natura umana.
Questo lo ha fatto solamente per farci conoscere il Padre, il suo amore per tutta l’umanità.
Anche se per mostrarci questo amore si è “fatto obbediente fino alla morte e alla morte di croce”.

Il passio che si legge oggi è tratto dal vangelo secondo Luca.
L’evangelista della misericordia non riporta il grido di Gesù morente in croce, ma porta il dialogo dei due ladroni, crocifissi insieme a lui.
Nello spirare il Maestro dice: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito” (Jesus autem emissa voce magna: tradidit spiritum).
Di fronte a Gesù morente in croce possiamo avere due atteggiamenti: quello del malfattore crocifisso che dice: “Salva te stesso e anche noi!”,
oppure la confessione umile dell’altro malfattore che dice: “Gesù ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”.
Ecco la conoscenza profonda della fede che in questo Gesù che muore riconosce “Dio condannato alla stessa pena… invece non ha fatto nulla di male”.
La presunzione e l’arroganza di volersi salvare, pur colpevole, o l’umile riconoscenza della colpa confidando nella bontà e misericordia di Dio, che solo può salvare.

Inizia questa settimana intensa, per lo spirito soprattutto, con il triduo sacro, la veglia pasquale, la risurrezione.
Il Signore ci invita a entrare in Gerusalemme, a fargli compagnia in questo “processo-farsa” che gli fanno,
ci invita a salire il calvario, la Croce, la spoliazione, la morte…

Intanto viviamo questa settimana santa che, come tutti sappiamo, è centro dell’anno liturgico con il triduo sacro, passione, morte e risurrezione del Signore Gesù.

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