Cristo è mediatore della nuova alleanza
perché, mediante la sua morte,
coloro che sono stati chiamati
ricevano l’eredità eterna
che è stata loro promessa. (Eb 9,15)
Partendo dall’antifona di ingresso della liturgia odierna non ci distacchiamo da Cristo, nostro unico mediatore. Ad Abramo viene fatta la promessa: “la mia alleanza è con te e sarai padre di una moltitudine di popoli” (Gen 17,3-9). Per Abramo e per tutti noi la promessa è attualizzata se si ama, se si osservano i comandamenti.
Giovanni continua a descriverci il discorso di Gesù e la reazione dei Giudei. Gesù, inviato dal Padre, non viene riconosciuto dal suo popolo, che si ostina sempre di più contro di lui: “raccolsero pietre per scagliarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio”. Ma è lo stesso Abramo che testimonia per Lui: “Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e se ne rallegrò” (Gv 8,51-59)
“Chiunque osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno.” (Gv 8, 51-59)
Signore ti prego per i sacerdoti e perché tanti giovani scoprano la bellezza di essere tuoi intimi, tuoi prediletti, portatori di Te nel mondo!
Una piccola rinuncia per amore di Gesù.