“Egli mi invocherà e io lo esaudirò;
gli darò salvezza e gloria,
lo sazierò con una lunga vita” (Sl 90, 15-16)
Colletta
O Dio, che conosci la fragilità della natura umana ferita dal peccato,
concedi al tuo popolo di intraprendere con la forza della tua parola il cammino quaresimale, per vincere le seduzioni del maligno e giungere alla Pasqua nella gioia dello Spirito.
La prima cosa che ci salta all’occhio di questa prima domenica è questa:
“Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”.
Inizia il nostro cammino quaresimale in questa che è detta la domenica “della tentazione”
La prima lettura è tratta dal libro della Genesi (2,7-9; 3,1-7 ).
Il testo descrive -con un linguaggio anche poetico- il peccato dell’uomo nel giardino di Eden.
Il desiderio di essere simili a Dio inganna i nostri progenitori, e inganna anche noi quando vogliamo essere come Dio.
I versetti riportati in questa liturgia ci presentano solo questo.
Nella seconda lettura, Paolo (Rm 5, 12, 17-19) narra che a causa della mancanza dei progenitori il peccato è entrato nel mondo.
Ma la grazia in vista di Gesù Cristo ha superato tale caduta, e nel Figlio siamo stati fatti a immagine di Dio.
La Parola di Dio del ciclo A ha una stretta connessione tra le tre letture domenicali.
Il Vangelo di Matteo (Mt 4, 1-11) ci presenta la tentazione di Gesù nel deserto.
L’evangelista descrive le tre tentazioni a cui fu sottoposto Gesù. E in lui noi siamo vincitori, se a Lui ci affidiamo, se Lui seguiamo.
In queste tre tentazioni c’è racchiusa ogni possibile tentazione dell’uomo: la tentazione del potere, dell’avere e del piacere.
Ma Gesù ci insegna a vincere: con la Parola di Dio, con l’essere sottomessi al Signore e a Lui solo rendere onore e culto.
Lasciarsi “vincere” dal male, dalle tentazioni significa diventare più schiavi: schiavi del peccato, di falsi valori e false libertà.
Il Signore si pone davanti a noi, oggi e sempre, come il modello da imitare.
Ci insegna ad ascoltare la Parola di Dio, a pregare e a condurre una vita dignitosa e tranquilla,
ci insegna a partecipare ai sacramenti per avere l’aiuto necessario e superare le prove e le tentazioni.
Gesù ci vuole insegnare ad “ascoltare” la voce dello Spirito quando quella della carne ci spinge al male.
Ci vuole insegnare a “resistere” alle tentazioni, per provare la nostra fedeltà a Lui, il nostro amore a Lui.
Il salmista ci fa cantare: Perdonaci Signore, abbiamo peccato.
Possiamo pregare con il salmo 90/91
Chi abita al riparo dell’Altissimo,
passerà la notte all’ombra dell’Onnipotente.
Io dico al Signore: Mio rifugio e mia fortezza,
mio Dio in cui confido.
Egli ti libererà dal laccio del cacciatore,
dala peste che distrugge.
Ti coprirà con le sue penne,
sotto le sue ali troverai rifugio;
la sua fedeltà ti sarà scudo e corazza.
*
Padre, non lasciarci soccombere alle comuni tentazioni:
quelle che un giorno il tuo popolo ha conosciuto nel deserto,
quelle di Gesù, dopo i quaranta giorni di digiuno;
quelle che noi conosciamo a nostra volta
quando restiamo insidiati dal denaro, dal prestigio o dal potere.
Ma soprattutto preservaci dalla grande tentazione della nostra epoca:
l’ateismo che non pone affatto la questione di Dio,
il grande silenzio su Cristo, sul suo Vangelo, sul suo mistero pasquale.
Allontana da noi la tentazione dell’ora tenebrosa
in cui si chiama bene ciò che è male
e male ciò che è bene,
l’ora dell’assopimento in cui anche le sentinelle si sono addormentate.
Preservaci, o Padre, dalla tentazione suprema:
quella dell’uomo che si è talmente ingigantito da non lasciarti alcun spazio.
Padre, liberaci dall’orgoglio. Amen.
san Giovanni Paolo II
La quaresima ci impegna su tre versanti: preghiera, digiuno ed elemosina -opere di carità-