Monastero Carmelo Sant'Anna

Carpineto Romano

III domenica Avvento B

Rallegratevi sempre nel Signore:
ve lo ripeto, rallegratevi,
il Signore è vicino. (Fil 4, 4.5)

Colletta B
O Dio, Padre degli umili e dei poveri,
che chiami tutti gli uomini a condividere la pace e la gioia del tuo regno,
mostraci la tua benevolenza e donaci un cuore puro e generoso,
per preparare la via al Salvatore che viene.

La liturgia della III domenica di Avvento è un invito pressante alla gioia, che viene espressa anche nel colore delle vesti: oggi non si usa il viola, ma il rosaceo, per indicare il gaudio dell’avvicinarsi del Natale.

Isaia nella prima lettura (Is 61, 1-2, 10-11) ci descrive il popolo appena liberato e tornato nella sua terra che, però, ha bisogno di ricominciare e di riorganizzare la propria vita.
Dio manda un profeta perché annunci qualche cosa di grande, di sorprendente, che sarà di sollievo per tutti coloro che soffrono, in un modo o in un altro.
È un annuncio intenso, vibrante: buona notizia per i poveri, speranza per i malati, liberazione per gli schiavi, consolazione e respiro di pace per tutto l’Israele di Dio.
“E’ l’anno di grazia del Signore”, si ristabilisce l’alleanza di amore tra Dio e l’uomo.
Desiderio del Signore è quello di celebrare le proprie nozze con il popolo, un patto di amore che non verrà mai meno. La sposa, “Israele”, riceve la veste nuziale cioè la veste della salvezza.

Nella lettera ai Tessalonicesi (Ts 5, 16-24) San Paolo ci dice che Dio che è Padre esigente e concreto con i suoi figli. L’Apostolo ci esorta a stare lontano dal male e a scegliere il bene per la venuta del Signore.
Paolo è testimone del Cristo risorto e ne annunzia la continua venuta nella Chiesa, nella storia.
“Siate nella gioia, pregate ininterrottamente, siate riconoscenti, non spegnete lo Spirito”.

Il brano evangelico di Giovanni (Gv 1, 6-8. 19-28) ci descrive l’incontro tra Giovanni Battista,
i sacerdoti e leviti che erano andati per interrogarlo.
Giovanni ribadisce che egli è solo la “voce di uno che grida nel deserto: appianate la strada”.
Egli è testimone di Uno che è al centro della storia, al centro della nostra vita.
Il Battista dice del Messia: “Non sono degno di sciogliergli i legacci dei sandali”.
Giovanni non è il Messia, non è neanche il profeta, né Elia, ma solo “voce” che grida perché la via al Signore sia preparata. Ma quale via? Quella del cuore.
Giovanni ci chiama a conversione, ci invita a cambiar vita perché il Signore viene.
Giovanni, il più grande tra i nati di donna, è l’umile testimone della Verità, al punto che afferma:
“Egli deve crescere ed io diminuire”.

Il salmo responsoriale richiama questa dimensione: “La mia anima esulta nel mio Dio“.
Con Maria, porta dell’Avvento, tutti possiamo esultare perché il Signore ha compiuto per tutti grandi cose.
Questo è l’insegnamento di oggi, di Giovanni Battista e di Maria… umili servitori del Signore, attenti alla sua Parola, testimoni dell’amore, della misericordia e della presenza del Signore nella nostra vita.
Anche se un anno “difficile”, per fede possiamo trasformarlo in anno di “grazia” del Signore.

Siamo alla terza settimana di Avvento.
In questa settimana ricorrono le Quattro Tempora di Inverno “Luciae”.
Il 16 inizia la novena in preparazione al Natale.

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