Inizia il mese di maggio, mese dedicato da sempre alla Vergine Maria. Tutti nel nostro ricordo abbiamo in mente le preghiere e i fioretti che ci venivano insegnati…
Anche oggi, ogni giorno, possiamo elevare in pensiero a Maria.
Il mese di maggio è pieno di memorie, grandi solennità del Signore.
Il 1 maggio ricordiamo san Giuseppe, patrono dei lavoratori…e invochiamo il suo aiuto su tutto il mondo del lavoro.
Il 3 maggio ricordiamo i santi Filippo e Giacomo, come anche il 14 san Mattia apostolo.
Il Carmelo nel mese di maggio ricorda diversi beati e santi:
– l’8 il beato Luigi Rabatà,
– il 9 san Giorgio Preca,
– il 16 s. Simone stock,
– il 22 s. Gioacchina da Vedruna e infine il 25 maggio s. Maria Maddalena de’ Pazzi.
Ma più ancora il mese di maggio abbiamo le grandi solennità della fine del tempo pasquale: il 12 l’Ascensione del Signore e il 19 la Pentecoste. Ci prepariamo a queste due grandi solennità con la novena alla Pentecoste.
Infine il 26 maggio abbiamo la solennità della Santissima Trinità.
Domenica 5 maggio siamo alla VI domenica di Pasqua: Giovanni nel Vangelo (Gv 15, 9-17) continua con il discorso dell’ultima cena: “Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi”.
L’amore non si comanda, nasce dal cuore…e non è un sentimento che va a e viene -anche se oggi vogliono farci credere questo-. Se resta un “sentimento” sparisce e si assiste “impietosi” e senza sconvolgersi più di tanto a queste separazioni, a questi distacchi, a queste rotture familiari, amicali, sociali.
Ma pure il Signore Gesù ci dice: “Rimanete nel mio amore”. Rimanere in Lui significa portare frutto, ogni giorno, essere uniti alla vite, avere la linfa vitale, avere la forza di vivere e vivere bene per il Signore. Significa poter e voler amare gli altri, ma con il cuore, profondamente e totalmente.
Domenica 12 maggio: Ascensione del Signore –festa della mamma!-: Nel Vangelo di Marco (Mc 16, 15-20) in pochi versetti troviamo la sintesi della nostra fede: “Chi crederà a sarà battezzato sarà salvo”. E il Signore, anche se “fu assunto in cielo” “operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l’accompagnavano”. Anche noi siamo invitati a “salire”. La nostra vita è un salire e scendere, alti e bassi, luce e tenebre. Ma non siamo soli. Ed è questa la nostra fede, questa la speranza che non muore mai e che ci spinge alla carità: non essere soli, sapere che Lui è sempre accanto a noi e che non ci abbandona mai. Queste sono le certezze della fede, certezze che il mondo non ha e pare che non voglia avere. Con l’Ascensione Gesù sembra volerci ricordare di “amare”, è venuto per questo.
Domenica 19 maggio: Pentecoste: “Non vi lascerò orfani” (Gv 14, 18). Così dice Gesù ai suoi discepoli prima di salire al cielo dopo la sua risurrezione. Lo ripete ad ogni cristiano, ad ogni figlio della luce. Gesù per rendere testimonianza al Padre è morto sulla croce. Per rendere testimonianza a Gesù i discepoli dovranno soffrire, subire persecuzioni e, talora, la morte.
Il cristiano deve percorrere la stessa via di Gesù. Egli dice: “se qualcuno vuol venire dietro a me…prenda la sua croce e mi segua” (Mt 16, 24). Egli parla di una croce reale che esige, talvolta, una forza eroica: “vi scacceranno dalle sinagoghe, anzi viene l’ora in cui chi vi ucciderà penserà di rendere omaggio a Dio” (Gv 16, 2).
Domenica 26 maggio: Trinità: Nel vangelo secondo Matteo (28, 16-20) in due versetti abbiamo la manifestazione finale del Signore: “A me è stato dato ogni potere… andate e battezzate nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”.
Con la Pentecoste abbiamo chiuso il tempo di Pasqua. Gli apostoli, che hanno ricevuto lo Spirito Santo sotto forma di lingue di fuoco ed escono dal cenacolo dove erano rimasti a pregare con Maria, la Madre di Gesù e nostra, dopo la Passione e Morte di Gesù fino, appunto, alla Pentecoste, e annunciano senza paura e con forza la Risurrezione del Nazareno che i Giudei avevano condannato e appeso alla Croce.
Sappiamo quanto dovranno poi soffrire per questo annuncio e come debbano sopportare ingiuste accuse e il carcere. A questo tempo di Pasqua concluso, segue la solennità della Trinità Santissima. Una festa meno “vistosa”, ma pur tanto importante per noi cristiani. Noi crediamo che Gesù Cristo il Signore, è Figlio di Dio: “Dio vero da Dio vero, della stessa sostanza del Padre”, e crediamo nello Spirito Santo, che è Signore: “Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato” .