Monastero Carmelo Sant'Anna

Carpineto Romano

Pentecoste C

Lo Spirito del Signore ha riempito l’universo,
egli che tutto unisce, conosce ogni linguaggio. Alleluia. (Sap 1, 7)

Colletta
O Padre, che nel mistero della Pentecoste santifichi la tua Chiesa in ogni popolo e nazione,
diffondi siano ai confini della terra i doni dello Spirito Santo,
e continua oggi, nella comunità dei credenti, i prodigi che hai operato agli inizi della predicazione.

Le letture odierne sono concentrate sulla manifestazione dello Spirito.
La prima lettura (At 2, 1-11) ci narra di cosa avvenne nel giorno di Pentecoste:
“Mentre il giorno di pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo.
Venne all’improvviso dal cielo un rombo e riempì tutta la casa dove si trovavano.
Ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare come lo Spirito dava loro il potere d’esprimersi” (At 2, 1-4).
-Tempo (momento);
-Luogo (circostanza);
-Modo (modalità);
-Trasformazione (capacità di assimilazione/accoglienza/apertura).
La descrizione degli Atti è una anti-babele, cioè tutti si capiscono, pur di differenti nazioni e luoghi: è la forza dello Spirito.

Tutti sappiamo in che cosa consiste l'”avvenimento” della Pentecoste;
conosciamo il racconto apostolico che, annualmente, viene letto cinquanta giorni dopo la Pasqua,
nelle nostre assemblee domenicali.
Ma forse non tutti sappiamo come la Pentecoste sia un avvenimento attuale, nel senso che viene reso attuale,
cioè si attualizza, si compie, avviene ogni volta che “due o più persone si riuniscono assieme nel nome del Signore”.

Rileggiamo attentamente il passo.
Sono quattro i “passaggi” da prendere seriamente in considerazione.
Il Tempo: c’è sempre un tempo privilegiato, “un’ora della salvezza”, “un momento favorevole” nella vita di ciascuno di noi in cui il Signore passa,
ci si manifesta, ci si rivela.
Bisogna essere attenti, riflessivi, saperlo cogliere, vedere.
Però, prima occorre porsi in atteggiamento di ricerca, occorre desiderarlo, ricercarlo “con tutto il cuore, la mente e le proprie forze”.
Cioè solo a chi cerca Dio con tutto se stesso, cioè sinceramente, il Signore si manifesterà.
Indispensabile è il secondo “passaggio” in questa nostra comune ricerca: il Luogo, cioè la circostanza.
La circostanza richiesta dal Vangelo per trovare il Signore, è quella di non essere mai soli.
Rileggiamo le varie apparizioni di Gesù ai suoi discepoli o gli stessi episodi in cui si narra dei momenti di “intimità” che Gesù passava con i suoi:
Egli “in privato spiegava loro tutto”, ma spiegava tutto a tutti.
Oggi come allora, e come ogni domenica, noi siamo insieme per ascoltare la Parola di Dio, la vera luce che illumina ogni uomo e che non può essere nascosta sotto il tavolo,
ma che viene posta in alto, davanti a tutti noi, sull’Altare perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa,
cioè a noi che ci troviamo insieme in Chiesa, che è la Casa di Dio e quindi casa nostra.
C’è dunque un “momento favorevole” pregno e pregnante di speranza, quella che il Signore ci si manifesti,
che è quello che ci vede particolarmente riuniti insieme in una comune ricerca.
Ogni nostra Eucaristia diviene un incontro: incontro con il Signore e tra di noi.
E l’incontro si fa attesa:”è bene aspettare in silenzio la salvezza del Signore” (Lam 3, 26).
Il nostro cuore deve essere il luogo dell’incontro, desiderato e atteso: qui tutto deve essere silenzio; una silenziosa attesa e una certa speranza.
Anche la speranza gioca un ruolo importante nel nostro cuore, infatti, “mentre il giorno di Pentecoste stava per finire” e, forse,
mai nessuno di coloro che stavano insieme si sarebbe aspettato qualcosa,
noi, forti della loro esperienza e “cementati” dall’Amore che ci unisce, attendiamo in silenzio la novità della salvezza.

Il terzo “passaggio”, cioè la Modalità con cui si manifesta tale salvezza da parte del Signore, è unica e irrepetibile ma decisamente personale.
Lo Spirito del Signore pervade l’universo e riempie tutte le cose:”riempì tutta la casa dove si trovavano”, ma indubbiamente ricolmò ogni cuore del suo Amore.
E questo suo Amore ciascuno lo percepisce, lo sperimenta, lo vive, in maniera tutta sua, in modo personale.

Eccoci giunti al quarto “passaggio”: la Trasformazione.
C’è chi coglie la manifestazione del Signore con fervore, “come un rombo, un vento gagliardo”, chi invece, nella calma del proprio carattere,
“come un vento leggero, una brezza soave”, ma rimane certo che lo Spirito è per tutti:
per tutti, il “vento” soffia.
Ora l’accoglienza che è apertura allo spirito, comporta una necessaria trasformazione.
Chi permette allo Spirito di posarsi su di lui, cioè nel proprio cuore gli chiede la forza di cambiare perché gli domanda una trasformazione,
un rinnovamento di vita.
Lo Spirito, Colui che rinnova tutte le cose, farà nuovi anche noi, se glielo permettiamo.
E ciascuno cambierà come può perché ad ognuno è data una manifestazione particolare dello Spirito,
secondo le proprie capacità, per il bene comune.
Ciascuno di noi, infatti, ha la propria capacità di assimilazione.
Dunque, solo così la nostra sarà una Pentecoste permanente: se soprattutto nelle nostre assemblee domenicali,
sapremo cogliere il momento del Signore e ci lasceremo trasformare nella nostra vita quotidiana.
In definitiva dobbiamo imparare ad amare il Signore e il luogo in cui Egli dimora:
la Chiesa; e, la nostra Chiesa, come la nostra casa, il luogo che ci vede riuniti insieme per ascoltare il Signore di tutti.

La seconda lettura Rm 8, 8-17 ci dice la differenza tra “quelli che si lasciano dominare dalla carne” e quelli invece che sono sotto il dominio dello Spirito.
Sembra una cosa banale, ma questo “Spirito di Cristo” è vita.

Il vangelo di Giovanni (Gv 14, 15-16.23b-26) ci ricorda infine che Gesù non ci lascia soli.
Il Paraclito rimane con noi per sempre.
Chi lo ama capisce cosa Gesù dice, chi non lo ama e non osserva le sue parole è lontano da Lui.

Il messaggio è attualissimo: amare Gesù è essere in comunione con il Padre e lo Spirito, perchè questo Spirito ci insegnerà ogni cosa
e ricorderà tutto quello che Gesù ha detto.

La sequenza è la preghiera di questa giornata di Pentecoste

Vieni, Santo Spirito,
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.

Vieni, padre dei poveri,
vieni, datore dei doni,
vieni, luce dei cuori.

Consolatore perfetto,
ospite dolce dell’anima,
dolcissimo sollievo.

Nella fatica, riposo,
nella calura, riparo,
nel pianto, conforto.

O luce beatissima,
invadi nell’intimo
il cuore dei tuoi fedeli.

Senza la tua forza,
nulla è nell’uomo,
nulla senza colpa.

Lava ciò che è sordido,
bagna ciò che è arido,
sana ciò che sanguina.

Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelido,
raddrizza ciò ch’è sviato.

Dona ai tuoi fedeli
che solo in te confidano
i tuoi santi doni.

Dona virtù e premio,
dona morte santa,
dona gioia eterna. Amen.

In questa settimana:
– 6 giugno: Maria Madre della Chiesa, mem.
– 9 giugno: s. Efrem diacono, mem. fac.
– 11 giugno: s. Barnaba, mem.

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