Monastero Carmelo Sant'Anna

Carpineto Romano

Trinità

Antifona d’ingresso

“Sia benedetto Dio Padre,
e l’Unigenito Figlio di Dio, e lo Spirito Santo,
perché grande è il suo amore per noi”

Colletta

O Dio altissimo, che nelle acque del Battesimo ci hai fatto tutti figli nel tuo unico Figlio, ascolta il grido dello Spirito che in noi ti chiama Padre, e fa che, obbedendo al comando del Salvatore, diventiamo annunziatori della salvezza offerta a tutti i popoli.

Tutta la Liturgia della Parola ruota attorno alla Trinità.

La prima lettura tratta dal Deuteronomio (4, 32-34.39-40) ci presenta la grandezza di Dio nel rivelarsi a un popolo, di farsi udire, di mostrargli prove, segni e prodigi grandi. Tutto questo per farsi amare, per essere felici, per essere suo popolo.

Nella seconda lettura (Rm 8, 14-17) san Paolo ci parla dello Spirito di Dio: chi ha lo Spirito è figlio.

Nel vangelo secondo Matteo (28, 16-20) in due versetti abbiamo la manifestazione finale del Signore: “A me è stato dato ogni potere… andate e battezzate nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”.

Con la Pentecoste abbiamo chiuso il tempo di Pasqua.

Gli apostoli, che hanno ricevuto lo Spirito Santo sotto forma di lingue di fuoco ed escono dal cenacolo dove erano rimasti a pregare con Maria, la Madre di Gesù e nostra, dopo la Passione e Morte di Gesù fino, appunto, alla Pentecoste, e annunciano senza paura e con forza la Risurrezione del Nazareno che i Giudei avevano condannato e appeso alla Croce.

Sappiamo quanto dovranno poi soffrire per questo annuncio e come debbano sopportare ingiuste accuse e il carcere.

A questo tempo di Pasqua concluso, segue la solennità della Trinità Santissima.

Una festa meno “vistosa”, ma pur tanto importante per noi cristiani.

Gli ebrei, i musulmani e noi cristiani proclamiamo che il Dio di Abramo, nostro padre nella fede, è l’Unico: crediamo in un solo Dio.

Ma noi crediamo che Gesù Cristo il Signore, è Figlio di Dio: “Dio vero da Dio vero, della stessa sostanza del Padre”, e crediamo nello Spirito Santo, che è Signore: “Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato”.

Tutta la vita del cristiano, dal Battesimo alla morte, è segnata dal sigillo della Santissima Trinità: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo abitano in lui, in ognuno di noi.

I santi hanno vissuto con timore, ma senza paura, ossia con rispetto di amore e di gioia sotto lo sguardo del Dio Vivente, mentre ne speravano scoprire l’immagine in ognuno dei fratelli.

Per noi, come è difficile scoprire nel fratello la presenza di Dio-Trinità!

Eppure solo se saremo capaci di scoprire nel fratello la “Presenza”, potremo dirci veri cristiani e, maggiormente, ci possiamo “vantare” di essere seguaci del Cristo quanto più amiamo il fratello che non “meriterebbe” il nostro amore!

Tutta la Liturgia della Chiesa è celebrata a gloria della Ss.ma Trinità. Infatti, offriamo l’Eucarestia al Padre, per mezzo del Figlio, nello Spirito Santo.
Ma, ancor prima, noi cristiani cominciamo ogni nostra preghiera con il segno della Croce: nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, ovvia proclamazione della nostra fede in un Dio Trino ed Unico.

Proprio per questo è giusto che almeno una domenica all’anno sia consacrata in modo tutto speciale a meditare questo Mistero Trinitario che Dio stesso ha rivelato agli uomini.

È un mistero che ci supera, che non riusciamo a capire, ma Dio stesso si è premurato di spiegarcelo.

Ricordate il Battesimo di Gesù nel Giordano? D’un tratto si sentì una Voce dall’Alto che diceva: “Questi è il mio Figlio prediletto. Ascoltatelo”. E lo Spirito Santo, in forma di colomba, scese su di Lui. La Voce: il Padre. Il Battezzato: il Figlio, Dio anch’Egli fattosi vero Uomo. La Colomba: lo Spirito Santo, che si effonde su di Lui.

All’uomo, a noi tutti, non resta che il dovere di benedire il Signore per averci amato di un così grande Amore: “Quale grande amore” ha avuto il nostro Dio da dare alla morte il Suo Unico Figlio Gesù per noi… abbiamo il dovere di professare la nostra fede e di vivere il nostro quotidiano alla Sua Presenza.

Se crediamo, se abbiamo fede, se ci comportiamo da figli, non offenderemo con il peccato la Presenza del Dio Uno e Trino dentro di noi, nel nostro cuore, e opereremo sotto il Suo sguardo con amore, gioia e pazienza nelle avversità.

Se amiamo Dio quando ci fa del bene, perché non lo dobbiamo amare anche quando arriva qualche cosa che magari ci turba, ci scoraggia, ci prova nella fede?

Egli è sempre Padre, e quando siamo nella gioia e quando siamo nella prova e nella sofferenza.

Professiamo la nostra fede: Dio, che è Padre, è un solo Signore nella Trinità delle persone e nell’unità della natura. Tre Persone, uguale Natura, Unico Dio. Resta un mistero!

Nel saluto tipicamente Paolino di augurio a carattere benedizionale rivolto ai fedeli e ugualmente nel saluto del sacerdote all’inizio di ogni Eucaristia, viene ripreso questo Mistero Trinitario: si parla “della grazia del Signore Gesù Cristo, dell’amore di Dio Padre e della comunione dello Spirito Santo” .

Possiamo allora pregare il Prefazio della Trinità che è molto bello e intenso.

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo e te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.
Con il tuo unico Figlio e con lo Spirito Santo,
sei un solo Dio, uno solo Signore, non nell’unità di una sola persona,
ma nella Trinità di una sola sostanza.
Quanto hai rivelato della tua gloria, noi lo crediamo,
e con la stessa fede, senza differenze, lo affermiamo del tuo Figlio e dello Spirito Santo.
E nel proclamare te Dio vero ed eterno,
noi adoriamo la Trinità delle Persone, l’unità della natura, l’uguaglianza nella maestà divina.
Gli angeli e gli Arcangeli, i Cherubini e i Serafini, non cessano di esaltarti uniti nella stessa lode.

Il salmo responsoriale ci fa cantare: Beato il popolo scelto dal Signore.

In questa settimana:

  • 31 maggio: Visitazione della Beata Vergine Maria, festa
  • 1 giugno: s. Giustino, martire, mem.

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