“Cantate al Signore un canto nuovo,
perchè ha compiuto prodigi;
a tutti i popoli ha rivelato la salvezza.
alleluia” (Sl 97, 1-2)
L’orazione-colletta di questa V domenica di Pasqua ci introduce subito nel cuore della liturgia della Parola:
O Dio, che ci hai inseriti in Cristo
come tralci nella vera vite, donaci il tuo Spirito,
perché, amandoci gli uni gli altri di sincero amore,
diventiamo primizie di umanità nuova
e portiamo frutti di santità e di pace.
Nel Vangelo (Gv 15,1-8), infatti, Gesù ci ricorda che “chi rimane in me ed io in lui fa molto frutto”.
Ed è sempre Giovanni, nella seconda lettura (1Gv 3,18-24) che ci indica come rimanere in lui: “Questo è il suo comandamento: che crediamo e ci amiamo”.
Solo così potremo fare l’esperienza di Paolo, quella di cioè di vedere il Signore (prima lettura – At 9,26-31).
Il passo evangelico si inserisce nel contesto dell’ultima cena ed è un invito a vivere la comunione con Dio e con suo figlio. Gesù usa il simbolo della vigna, di una pianta, cioè che è molto dipendente e se non è coltivata non produce frutto ed è presto soffocata da altre piante.
E anche il tralcio ha bisogno di cure: va legato, trattato e potato altrimenti cresce a dismisura e sviluppa solo foglie; in altre parole, apparenze che non servono a nessuno.
Noi siamo i tralci. Un tralcio da solo non produce niente. Non basta neanche che sia attaccato alla vite perché per produrre deve succhiare energia, accettare di dipenderne.
È importante anche la docilità alla potatura, che è come un ridimensionamento, gli permette di non sprecare energie inseguendo progetti e sogni non realizzabili.
Prendiamo un impegno per questa settimana: quello, cioè, di vivere la dimensione contemplativa, cioè “di profondità” per rimanere uniti alla Vite.
Possiamo pregare con queste o simili parole:
Gesù, che io rimanga in te e tu in me sempre,
perché il mio vivere sia un portare frutto in te
dentro tutte le mie relazioni.
Che io possa accettare tutte le potature per crescere,
per portare frutto e per darti gioia fiorendo.
Tu mi hai chiamato ad essere un tralcio fecondo,
ad essere io stesso frutto del tuo amore,
ad essere vino che rallegra il cuore.
Signore Gesù, aiutami a realizzare in me questa tua Parola,
solo così io vivrò veramente e sarò, con Te tralcio fecondo.
Inizia il mese di maggio: un pensiero a Maria ogni giorno.