Lc 11, 29-32
Il brano odierno ruota attorno al “segno di Giona”. Gesù, vedendo attorno a sé molta folla, si fa largo e spinge i numerosi uditori a leggere “i segni” che il Figlio dell’Uomo dà. “Giona fu un segno per quelli di Ninive”: gli abitanti di Ninive si convertirono al Signore dal più piccolo al più grande (cfr. Gio 3, 10), perché riconobbero l’invito del Signore – attraverso il profeta – pur non essendo il popolo “eletto” d’Israele. Così il Figlio dell’Uomo dovrebbe essere riconosciuto da questa generazione “eletta”. Persino “la regina del sud sorgerà e condannerà questa generazione perché venne dalle estremità della terra per ascoltare Salomone” (cfr. v. 31). Gesù lo dice chiaramente: “Ecco: ben più di Salomone c’è qui” (v. 31) e, anche: “ecco ben più di Giona c’è qui” (v. 32). Non ci sono dubbi: il Figlio dell’Uomo è l’Inviato ed inaugura il Regno dei Cieli che ormai è già presente!
Signore Gesù, Figlio dell’Uomo, inviato dal Padre, apri i nostri occhi a riconoscerti quando sei presente, a non rimandare la nostra conversione pensando che non sei Tu. La tua presenza è continua e si manifesta come noi non sappiamo e come noi –il più delle volte- non immaginiamo e prevediamo. Tu sei più di un profeta, di un uomo buono, Tu sei più di un re saggio, poiché Tu sei la Saggezza: Tu sei il nostro Dio, l’unico Salvatore. Non si indurisca il nostro cuore, sì da poterti accogliere e seguire.