“Con voce di giubilo date il grande annunzio,
fatelo giungere ai confini del mondo:
il Signore ha liberato il suo popolo” Alleluia (cfr. Is 48,20).
Colletta
O Dio, che ci hai amati per primo e ci hai donato il tuo Figlio,
perchè riceviamo la vita per mezzo di lui,
fa che nel tuo Spirito impariamo ad amarci gli uni gli altri
come Lui ci ha amati, fino a dare la vita per i fratelli.
Questa sesta domenica di Pasqua ci prepara all’Ascensione del Signore (domenica prossima).
Le letture odierne sono un rimando a prepararsi a questo dono.
Avviciniamo le letture:
Nella prima agli Atti degli Apostoli (At 10, 22-27 ss) troviamo Pietro che “rifiuta” di essere adorato,
in quanto sa benissimo che l’Adorazione è solo al Signore: “Anche io sono un uomo!”. Questo episodio avviene nella casa del centurione Cornelio, che per gli ebrei era un pagano,
quindi, non poteva “entrare” nel discorso di “fede” e non poteva ricevere lo Spirito Santo.
Ma Pietro giustamente dice: “Dio non fa preferenze di persone, ma chi lo teme e pratica la giustizia, a chiunque popolo appartenga, è a lui accetto”.
Cadono qui i nostri pregiudizi.
Nella Prima lettera di Giovanni (1Gv 4, 7-10) l’apostolo ci ricorda “martellando” di amarci gli uni gli altri.
L’amore di Cristo ci ha salvato: “ha mandato suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati”.
L’amore ci ha redento, l’amore continua a rinnovarci e vivificarci.
Giovanni nel Vangelo (Gv 15, 9-17) continua con il discorso dell’ultima cena:
“Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi”. L’amore non si comanda, nasce dal cuore…e non è un sentimento che va a e viene -anche se oggi vogliono farci credere questo-.
Se resta un “sentimento” sparisce e si assiste “impietosi” e senza sconvolgersi più di tanto a queste separazioni, a questi distacchi, a queste rotture familiari, amicali, sociali.
Ma pure il Signore Gesù ci dice: “Rimanete nel mio amore”.
Rimanere in Lui significa portare frutto, ogni giorno, essere uniti alla vite, avere la linfa vitale, avere la forza di vivere e vivere bene per il Signore.
Significa poter e voler amare gli altri, ma con il cuore, profondamente e totalmente.
Il salmista ci fa cantare: Il Signore ha rivelato ai popoli la sua giustizia.
In questa settimana:
– 8 maggio: beata Vergine Maria di Pompei -supplica-
– 9 maggio: san Giorgio preca, mem. fac. Ordine carmelitano
In questa settimana -avanti l’Ascensione- cadono le Rogazioni: Pregate il Padrone della messe, che mandi operai alla sua messe.