Monastero Carmelo Sant'Anna

Carpineto Romano

IV domenica Quaresima C

“Rallegrati Gerusalemme,
e voi tutti che l’amate, riunitevi.
Esultate e gioite, voi che eravate nella tristezza:
saziatevi dell’abbondanza della vostra consolazione” cfr. Is 66, 10-11

Il tema di oggi: “E’ tornato tuo fratello…”, “Padre ho peccato contro cielo e contro di te”.
E’ la domenica Laetare, della gioia, e il colore dei paramenti del sacerdote sono rosa. Siamo a metà quaresima.

Nella prima lettura tratta da Giosue’ (Gs 5, 9. 10-12) si rinnova la promessa del popolo, mangiano per la prima volta la Pasqua nella terra promessa.
Con l’arrivo in Canaan finisce la manna, mangiano i frutti della terra. Il Signore ha adempiuto così la sua promessa: li ha condotti in una terra dove scorre latte e miele.

Nella seconda lettura san Paolo (2Cor 5, 17-21) ci ricorda che in Cristo si è nuove creature, le cose vecchie sono passate.
Ma questa è una grazia che ci viene da Dio, non da noi.
Cristo ci ha riconciliato. La chiesa, ci esorta, con questi richiami, funge da ambasciatrice.

Il vangelo di Luca riporta la memorabile parabola del padre prodigo detta comunemente del figliol prodigo (Lc 15, 1-3.11-32).
Si usano tante parole su questo Vangelo che è un capolavoro di sentimenti, ma soprattutto un capolavoro della misericordia di Dio verso ciascuno di noi.
Bella la figura del padre che attende il ritorno del figlio, lo scorge da lontano e commosso gli va incontro.
Interessanti invece i due figli, le due vite parallele che conducono, e i risvolti di entrambi.
Il maggiore che era “a casa” praticamente come se non ci fosse, viveva da estraneo, fuori:
il figlio minore che se ne era andato…con il cuore pensava al padre, alla sua casa, ed era dentro.

I commenti ci dicono tante cose su questa pagina lucana, ma lasciando ad altri queste cose, pensiamo un attimo alla scena. Noi in questa situazione.
Quale dei personaggi impersoneremmo? Se un figlio, un fratello, un familiare ci facessero una simile parte, e poi dopo anni si ripresentasse come ci comporteremmo?
E se il figlio maggiore, entreremmo a far festa o sulla soglia di casa a impuntarci contro l’amore e l’affetto paterno?
Questo sì che è interessante.
La parabola non ammette ambiguità, o ci si schiera con il padre, ricco di misericordia e di amore, o ci si schiera con uno dei figli, magari il figlio maggiore, che si riteneva a posto,
“non trasgrediva, non andava a far festa con gli amici…”.
Possiamo anche avere in cuore il sentimento contrastante dei due figli, a volte buono, a volte meno,
ma in definitiva dobbiamo sapere scegliere, ma soprattutto riconoscere l’amore di Dio in noi, nella nostra vita, nel nostro quotidiano.
E a questo ci richiama il battesimo, essere creature nuove in Cristo Gesù, saper cogliere la presenza di Dio nella nostra vita.
Altrimenti si vive in “casa” con il padre, ma neanche ci si accorge del cuore di questo padre…che va al di là della ricompensa terrena, va al di là dell’amore filiale.
Quasi quasi scusa il figlio minore agli occhi “crudeli” del fratello maggiore…che non vede altro in lui che uno che ha sperperato tutto, dilapidato tutto…e ora torna!

La parabola fa pensare anche alla comunità: sentire con la comunità, vivere con la comunità.
Nella casa del padre si stava bene, non mancava nulla neanche ai salariati: vivevano nell’abbondanza.
Ma di questa abbondanza il figlio maggiore si sentiva estraneo. Il figlio minore invece no, si sentiva sempre figlio, anche all’ultimo posto, ma sempre figlio.
Come possa esserci in cuore l’amore per il padre e il disprezzo per il fratello che torna?
Come può esserci comunione con Dio, in Cristo Gesù nell’Eucaristia e poi il disprezzo, il giudizio, il rancore verso i fratelli e le sorelle?
Non ci può essere di certo vita nuova nello spirito “questo tuo fratello era morto, ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”
se non abbiamo in cuore sentimenti di amore filiale, di amore misericordioso, di amore compassionevole verso i nostri fratelli e sorelle.
Allora sì che si fa festa in cuore, in comunità, si gioisce della gioia altrui, si partecipa del dolore degli altri.
Questo è il vangelo di oggi applicato, reso vivibile e possibile a tutti.

IV. 31 marzo: Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te
(Gs 5,9a 10-12: sl 33: 2Cor 5, 17-21: Lc 15, 1-3.11-32) domenica Laetare.
“E’ avvenuto il passaggio dal Mare Rosso. Siamo liberati dalla schiavitù del peccato.
Sono qui a ringraziarti perché troppo grande è la tua misericordia.
Guidaci nel cammino e accompagnaci dall’oscurità delle tenebre alla luce radiosa del tuo Volto.
Ti siamo figli” (Madre Elvira del SS.mo Sacramento, IV dom. di quaresima, agenda 59).

Il salmo responsoriale ci fa cantare: Gustate e vedete com’è buono il Signore.

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