Subito dopo la solennità dell’Epifania si spengono le “troppe” luminarie e si toglie il Presepio.
Ma perchè? Il tempo natalizio si chiude dopo la festa del Battesimo del Signore.
Quando andrebbe tolto il presepe o scena della Natività in chiesa? Andrebbe fatto prima del Battesimo del Signore o dopo? Sono domande frequenti, a cui spesso, noi cristiani non sappiamo più neanche rispondere.
Non c’é un grande accordo su quello che potrebbe essere ritenuto magistero sul presepe e altre tradizioni natalizie.
La maggior parte di queste tradizioni sono abituali e quindi non definite da norme ufficiali.
Dal momento che nelle usanze esistono varianti e tradizioni, non vi è per questa domanda una risposta necessariamente giusta o errata.
E’ possibile che una delle prime rappresentazioni di un presepe fosse una cappella fatta costruire da papa Sisto III (432-440) come rappresentazione della grotta di Betlemme.
Questa piccola cappella, ormai andata completamente perduta, era adiacente alla basilica di Santa Maria Maggiore, la cui costruzione era stata iniziata dallo stesso Pontefice.
Esistono tuttavia alcune linee guida che manifestano il pensiero della Chiesa in materia del presepe.
A livello universale il Direttorio su Pietà Popolare e Liturgia, Principi e Orientamenti contiene alcune indicazioni che enfatizzano l’importanza di collocare un presepe sia in casa sia in chiesa durante questo periodo. Riguardo al presepe in n. 104 dice:
“Come è noto, oltre alle rappresentazioni del presepio betlemita, esistenti fin dall’antichità nelle chiese,
a partire dal secolo XIII si è diffusa la consuetudine, influenzata senza dubbio dal presepe allestito a Greccio da san Francesco d’Assisi nel 1223, di costruire piccoli presepi nelle abitazioni domestiche.
La loro preparazione (in cui saranno coinvolti particolarmente i bambini) diviene occasione perché i vari membri della famiglia si pongano in contatto con il mistero del Natale, e si raccolgano talora per un momento di preghiera o di lettura delle pagine bibliche riguardanti la nascita di Gesù.”
Questo viene rafforzato dal n. 111:
“Nella Messa di mezzanotte, di grande significato liturgico e di forte ascendente popolare potranno essere valorizzati:
– all’inizio della Messa, il canto dell’annuncio della nascita del Signore, nella formula del Martirologio Romano (che si fa oggi solo nella cattedrali!);
– la preghiera dei fedeli dovrà assumere un carattere veramente universale, espresso anche, attraverso il segno della pluralità delle lingue;
e nella presentazione dei doni all’offertorio vi sarà sempre un concreto ricordo dei poveri (l’offertorio si fa solo nelle cattedrali o parrochie);
– al termine della celebrazione potrà aver luogo il bacio dei fedeli alla statua del Bambino Gesù e la collocazione di essa nel presepio allestito in chiesa o nelle adiacenze.”
Riguardo alla domanda su quando togliere il presepe, ancora una volta le usanze variano da un luogo all’altro, e non esiste una regola assoluta.
In alcune località può essere usanza togliere il presepe dopo l’Epifania.
In altre, e forse più comunemente, dopo la festività del Battesimo del Signore, che segna la fine del tempo ufficiale del Natale nel calendario attuale.
Questa festività si celebra solitamente la domenica dopo l’Epifania. Tuttavia, nei Paesi in cui l’Epifania è spostata alla domenica tra il 2 e l’8 gennaio, la festività viene celebrata di lunedì, il 9 gennaio, anche qualora il giorno di Natale capiti di domenica e l’Epifania cada l’8 gennaio.
In questo caso la stagione del Natale termina di lunedì anziché di domenica.
In alcuni Paesi non è inusuale mantenere alcune delle decorazioni natalizie sino alla festività della Presentazione del Signore, il 2 febbraio (festa della candelora).
San Giovanni Paolo II Papa faceva la sua ultima visita al presepe in Piazza San Pietro dopo aver celebrato la Messa serale del 2 febbraio. Dopo questa visita la scena della Natività veniva smantellata.
Ciò corrisponde a un’usanza di lunga data in cui la vigilia della Candelora era il giorno per la rimozione delle decorazioni natalizie, specialmente quelli costituiti da piante.
Questa tradizione è testimoniata dal poeta Robert Herrick (1591-1654) in due dei suoi poemi, uno dei quali è intitolato Cerimonia per la Vigilia della Candelora:
“Down with the rosemary, and so /
Down with the bays and mistletoe; /
Down with the holly, ivy, all, /
Wherewith ye dress’d the Christmas Hall.”
(“Via il rosmarino, e così /
Via gli allori e il vischio; /
Via l’agrifoglio, l’edera, e tutto, /
Con il quali avete addobbato la sala da pranzo per il Natale”)
Herrick riprende un tema simile nei primi versi della strofa più lunga:
“Down with the rosemary and bays,/
Down with the mistletoe; /
Instead of holly, now up-raise, /
The greener box (for show). /
The holly hitherto did sway; /
Let box now domineer, /
Until the dancing Easter day, /
Or Easter’s eve appear.”
(“Via il rosmarino e gli allori, /
Via il vischio; /
Invece dell’agrifoglio, ora innalzate, /
il più verde bosso – per fare bella figura. /
L’agrifoglio finora ha dominato; /
Lasciate ora dominare il bosso, /
sino a che il danzante giorno di Pasqua /
o la vigilia di Pasqua, apparirà.”)
Di conseguenza, visto il rischio di aumentare lo stato di confusione, -cioè il Natale e il presepio è solo ridotto a commercio…e quindi, già da dopo l’Epifania si toglie tutto-,
la migliore opzione è mantenere le usanze già esistenti in ogni località.
Al Carmelo si è sempre tolto -in chiesa- dopo la festa della Presentazione “candelora”…e così si farà.