Monastero Carmelo Sant'Anna

Carpineto Romano

XXVII domenica C

Tutte le cose sono in tuo potere, Signore,
e nessuno può resistere al tuo volere.
Tu hai fatto tutte le cose, il cielo e la terra e tutte le meraviglie che vi sono racchiuse
tu sei il Signore di tutto l’universo (Est 13,9.10-11).

Colletta C
O Padre, che ci ascolti se abbiamo fede quanto un granello di senape,
donaci l’umiltà del cuore, perché cooperando con tutte le nostre forze alla crescita
del tuo regno, ci riconosciamo servi inutili,
che tu hai chiamato a rivelare le meraviglie del tuo amore.

La «fede» è il tema dominante di questa domenica.
Nella prima lettura il profeta Abacuc (1, 2-3; 2, 2-4) implora il Signore per l’oppressione e l’iniquità che è costretto a vedere. Si trova a vivere in situazione di litigi e contese, quindi di oppressione e ingiustizie. Il Signore gli risponde con una rassicurazione: il giusto vivrà per la sua fede e a soccombere sarà colui che non ha l’animo retto.

Nella seconda lettura – tratta dalla lettera a Timoteo (2Tm 1, 6-8. 13-14) – san Paolo ricorda al discepolo di ravvivare il dono di Dio che ha ricevuto. Lo spirito ricevuto non è timidezza, ma forza, amore e saggezza. La fede e la carità che sono in Cristo devono animarlo a non vergognarsi del Vangelo. Così lo spinge ad affidarsi allo Spirito e non alla propria paura.

Il Vangelo (Lc 17, 5-10) ci presenta la parabola del granellino di senapa. Tanto invisibile è il seme di senapa quanto grande l’albero che ne nasce. È una metafora della fede. È non è un caso che Gesù risponda alla richiesta dei discepoli di aumentare la loro fede con questa parabola. La domanda, infatti, potrebbe nascere spontanea: che c’entra con la fede? Possibile che i discepoli non ne avessero nemmeno un pochino quanto un granello di senape? La storia poi del servo che torna dai campi ci preoccupa un po’, sensibili come siamo allo sfruttamento delle persone. Dopo tanta fatica il padrone può far di lui quello che vuole. Ma la fede che Gesù richiede ai discepoli – e a noi – non è una fede recriminatoria, che accampa diritti, ma donazione, amore. Ed è questo che ci fa “servi inutili”, sereni, pacifici, buoni. Siamo servi inutili, e speriamo non dannosi. E sì, perché siamo abituati ad essere sempre utili, super-utili, super valutati, super apprezzati…
Ma la fede ci chiede altro: ci domanda, cioè, di essere come l’insignificante semino di senapa che un giorno diventerà albero.Ma un giorno. Ora vive nella fede.

Il Salmista ci fa cantare: Ascoltate oggi la voce del Signore.

Signore donaci uno sguardo di fede ogni giorno,
uno sguardo di speranza, di amore e di pace.
Prova la nostra fede spingendoci avanti nel cammino di sequela.
Donaci un cuore capace di amare, di servire, di esserti fedele.
Donaci la fede dei piccoli, dei poveri, di quelli che tu ami.

In questa settimana:
– 7 ottobre: beata Vergine del Santo Rosario, memoria (supplica alla Madonna di Pompei)
– 9 ottobre: s.ti Dionigi e compagni martiri, mem. fac.; s. Giovanni Leonardi, mem. fac.
– 11 ottobre: San Giovanni XXIII papa
– 12 ottobre: Nostra Signora Aparecida e Nostra Signora del Pilar.

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