Gioisca il cuore di chi cerca il Signore.
Cercate il Signore e la sua potenza,
cercate sempre il suo volto (Sal 104, 3-4)
Colletta A
O Padre, che fai ogni cosa per amore
ed sei la più sicura difesa degli umili e dei poveri,
donaci un cuore libero da tutti gli idoli,
per servire a te solo e amare i fratelli secondo lo Spirito del suo Figlio,
facendo del suo comandamento nuovo l’unica legge della vita.
Con questo inno di amore per il Signore, la Santa Madre Chiesa ci fa pregare nella XXX domenica del tempo ordinario, domenica che potremo definire “dell’amore”.
È proprio l’amore, infatti, che impernia tutta la liturgia della Parola di questo giorno del Signore.
Nella prima lettura (Es 22,20-26) è il Signore stesso che ci parla e ci dà una direttiva ben chiara:
“Se maltratterete la vedova e l’orfano la mia collera si accenderà contro di voi”.
Il Signore ci ricorda dunque che la preghiera dell’umile, dell’oppresso, delle persone sofferenti trova accoglienza presso di lui, che è ricco di misericordia.
Siamo, dunque, chiamati a rivedere la nostra vita, perché, come ci ricorda Paolo nella seconda lettura (1Ts 1,5c-10) ci siamo convertiti,
allontanandoci dagli idoli, per servire al Dio vivo e vero e attendere dai cieli il suo Figlio.
Gesù nel Vangelo (Mt 22,34-40) ci insegna il comandamento più grande: “Amerai il Signore Dio tuo e il prossimo come te stesso”.
Di nuovo i farisei cercano di metterlo alla prova. Un dottore della legge dunque chiede quale sia il comandamento più grande.
Gesù nella risposta disfa il repertorio molto complicato dei precetti, e lo riassume nell’amore di Dio e del prossimo sopra tutto.
Inutile l’osservanza di tutta la legge se viene a mancare il fondamento: Dio e il prossimo.
Ma forse è “comodo” amare Dio, invece è più scomodo amare il prossimo che in Isaia è descritto come l’orfano, la vedova, il povero.
Oggi mettiamo nel prossimo tutti, vicini e lontani, familiari e parenti.
È l’amore che deve muoverci giorno per giorno. Ma non l’amore astratto, bensì quello fatto di perdono, accoglienza, comprensione di chi ci vive accanto.
E se a questo non possiamo e sappiamo arrivare almeno non disprezzare chi ci sta vicino.
Farsi prossimo a volte anche con la preghiera, la vicinanza, l’affetto.
Con il salmista cantiamo: Ti amo, Signore, mia forza.
Signore, mia roccia,
mia fortezza, mio liberatore.
In questa settimana:
– 1 novembre: TuttiSanti, solennità
– 2 novembre: Commemorazione di tutti i fedeli defunti
– 3 novembre: s. Martino de Porres, mem. fac.
– 4 novembre: s. Carlo Borromeo, mem.