Come sono giunta al Carmelo
“Intercedere costantemente per tutti gli uomini davanti al Dio Vivente”: lo avevo visto alcuni mesi prima dell’ingresso in Monastero, un giorno, durante l’orazione personale, non sapendo che sarebbe diventato l’obiettivo della mia vita al Carmelo. La prospettiva, almeno dopo la prima esperienza presso le Monache Carmelitane di Carpineto Romano, un paese in provincia di Roma, era quella di una vita estremamente semplice fatta di piccole cose ma proprio per questo in grado di permettere uno sguardo permanente di contemplazione su quel Dio dal Quale avevo ricevuto il dono grande della Vita e della Vocazione.
Fino all’età di 43 anni avevo svolto una professione davvero affascinante, quella di ostetrica, presso una delle più grandi Cliniche Ostetrico-Ginecologiche del Nord Italia (Mangiagalli in Milano). Ero circondata da affetti familiari semplici, ma veri e profondi, da grandi amicizie coltivate grazie anche alla Prelatura Personale dell’Opus Dei alla quale appartenevo come membro effettivo dall’età di 21 anni.
Da un punto di vista umano e soprannaturale la mia vita sembrava perfettamente realizzata. In effetti anche la forma di donazione al Signore sembrava ideale. La possibilità di un ampio apostolato in un ambito professionale, in cui non mancavano certo difficili problematiche da un punto di vista etico, era l’amo con cui riavvicinare molte persone a Dio, la ricerca della santità per mezzo di un lavoro che mi attraeva, una formazione spirituale continua e in ogni caso la possibilità di donarmi al Signore restando in mezzo al mondo rappresentavano apparentemente “l’ideale” di vita. Tali erano i fini promossi da questa particolare giurisdizione della Chiesa. Quando ci ripenso mi accorgo tuttavia che il lavoro, gli affetti, le amicizie e perfino l’ambito familiare dell’Opus Dei rappresentavano le mie ricchezze e come al giovane ricco del Vangelo il Signore chiedeva di abbandonarle per vivere quella radicalità e quella perfezione nella Carità per la quale mi aveva pensata dall’eternità. Non avrei potuto essere diversamente felice qui sulla terra! Da qualche anno prima di entrare al Carmelo mi andavo chiedendo per quale motivo quanto prima mi affascinava così tanto, e in modo particolare il mio lavoro professionale, ora risultava quasi indifferente. Con una rilettura a distanza comprendo sempre meglio come il Signore andasse preparando il terreno perchè accogliessi la chiamata ad “essere monaca carmelitana”.
Nel concreto il richiamo interiore forte è avvenuto durante la veglia di Pasqua del 2008. La Provvidenza ha successivamente guidato i miei passi. Dopo aver intuito che il Signore mi chiamava a donare la mia vita al Carmelo ho iniziato ad avvicinarmi sempre più alla spiritualità carmelitana attraverso la lettura di suoi santi. In modo particolare sono rimasta colpita dall’ideale di vita e dalla vita stessa di Santa Teresa Benedetta della Croce. Mi ha affascinato questo dare la vita a Dio per il suo popolo e la condivisione di tanta sofferenza.
Nell’agosto 2008 ho visitato per la prima volta il monastero delle Monache Carmelitane di Carpineto Romano e nel 2009 dopo un’esperienza di alcuni giorni ho fatto il mio ingresso al Carmelo.
Il 19 novembre del 2011, solennità di Cristo Re dell’Universo, ho fatto la Professione Temporanea.
A distanza di tre dalla prima Professione ringrazio il Signore per il dono della vocazione e della vita comunitaria così ricca di esperienze nella condivisione della fraternità e delle diversità.
Faccio mio e a tutti dedico questo augurio di sguardo contemplativo di S. Teresa di Gesù Bambino “O mio Dio tu sai che per amarti sulla terra non ho che l’oggi”. Ho emesso i voti solenni il 2 giugno 2015.
Sr Maria Valentina della Croce