Per i sentieri della memoria
Ricordo di p. Emanuele Boaga, Carmelitano (1934-2013)
Il 17 luglio scorso, p. Emanuele Boaga, O.Carm., è deceduto dopo una lunga e faticosa battaglia contro il tumore che lo aveva colpito da alcuni anni. Si può dire anche per lui come per Mosé che, praticamente fino all’ultimo «gli occhi non si erano spenti» (Dt 34,7). E con gli occhi aperti si è presentato all’abbraccio della Trinità Santa, accompagnato da Maria, la Madre-Sorella del Carmelo, da lui tanto amata.
Le esequie si sono svolte il giorno seguente nella chiesa di S. Maria in Traspontina, in via della Conciliazione a Roma.
La S. Messa, presieduta dal Vicegerente di Roma, S. Ecc. Mons. Filippo Iannone, O.Carm., e concelebrata dal Rev.mo Priore Generale dei Carmelitani, p. Fernando Millán Romeral, dal Priore Provinciale della Provincia Italiana, M. Rev. P. Roberto Toni, e da numerosi sacerdoti, è stata partecipata da numerosi fedeli laici e suore carmelitane e di altre congregazioni.
Nell’assemblea liturgica, oltre ai familiari, erano presenti anche S. Ecc. Mons. Marcello Bartolucci e il Rev.mo P. Bogusław Turek, Segretario e Sottosegretario della Congregazione delle Cause dei Santi, e numerosi ufficiali di alcuni dicasteri romani, membri di associazioni storiche e teologiche, docenti di atenei romani.
Un arrivederci liturgico, pieno di speranza e di fede, alimentata anche dalla stessa testimonianza di p. Boaga, il quale negli ultimi mesi aveva percorso un bel tratto del proprio percorso di fede. Il Priore Generale, durante l’omelia, ha voluto leggere alcuni passaggi di un testo in cui p. Emanuele comunicava la percezione della vicinanza del Signore vicino a chi soffre con la partecipazione scaturita dall’Incarnazione.
Quale eredità ci lascia p. Boaga? Nato il 30 marzo 1934 a Padova, da una famiglia di origine istriana, egli è stato essenzialmente e prima di tutto un frate carmelitano, un sacerdote, poi un uomo di ricerca e di studio. Il suo impegno di ricercatore, scrittore e docente è stato sempre vissuto come servizio ed espressione del ministero sacerdotale. Ogni aspetto della sua poliedrica attività è stato motivato dal desiderio di seguire e servire il Signore Gesù, di onorare sua Madre, la “Signora del luogo” ossia del Carmelo. Entrato nell’Ordine nel 1950, aveva professato i voti semplici nel 1951, quelli solenni nel 1955. Uomo di vita semplice ed essenziale, p. Boaga non ha mai dimenticato la sua appartenenza a una comunità di fratelli con i quali ha condiviso la quotidiana ricerca del Volto di Dio e la fraternità. Il carattere esuberante, talvolta esplosivo, non gli ha mai impedito di essere generoso e accogliente. Nutriva grande rispetto e amore per le monache di clausura e per le suore delle varie congregazioni di vita attiva, anche non carmelitane, da lui aiutate con corsi di formazione, consigli e pareri. Analogo discorso può esser fatto per i laici, ai quali ha dedicato buona parte del proprio impegno di divulgatore e dai quali anzi ha più volte ricevuto stimolo e prospettive nuove. Giovane sacerdote negli anni del Concilio Vaticano II – fu ordinato il 6 luglio 1958 – ne ha vissuto la primavera con entusiasmo e intelligente capacità di lettura dei documenti e dei segni dei tempi. Molta della sua pubblicistica fu determinata dal desiderio di far conoscere i contenuti teologici, spirituali e pastorali del Concilio.
Assai versato nelle materie matematiche e scientifiche, sulle orme del padre Giovanni, professore universitario, accolse l’invito fattogli per obbedienza dai superiori di specializzarsi in storia. Fu così che si iscrisse alla Facoltà di Storia ecclesiastica della Pontificia Università Gregoriana, conseguendovi nel 1969 il dottorato con la tesi La soppressione innocenziana dei piccoli conventi in Italia (Roma 1971), che resta ancora un testo di riferimento insuperato sulla questione.
Chiamato a reggere la segreteria generale dell’Ordine (1971-1983), rinunciò a una promettente carriera universitaria, senza però rinunciare allo studio: p. Boaga ha mantenuto rapporti con associazioni e istituzioni accademiche e di ricerca, divenendone spesso animatore, non ha mai smesso di frequentare archivi e biblioteche, o a leggere libri di storia. Furono, quelli, anche anni di servizio generoso al Terz’Ordine Carmelitano, di cui fu Delegato Generale (1976-1983), e alle monache di clausura come Delegano Nazionale (1973-1982).
Dal 1983 fu nominato Archivista Generale dell’Ordine, con particolare responsabilità per la sezione storica, incarico mantenuto fino alla morte: quando andammo a visitarlo una delle ultime volte, ormai fiaccato dal male ci parlava dei progetti che aveva in mente per creare sussidi utili per l’archivio generale. Il suo impegno nell’Associazione degli Archivisti Ecclesiastici come segretario (dal 1984) e animatore assieme al compianto p. Monachino e ad altri colleghi, è riconosciuto da molti.
Dal 1987 al 2001, ha presieduto l’Institutum Carmelitanum, in cui ha promosso iniziative di studio e confronto interdisciplinare, oltre a pubblicazioni ed edizioni di documenti. Come Preside dell’Institutum e come ricercatore è stato membro di varie associazioni, da quella dei Professori di Storia della Chiesa, a quella degli Storici Religiosi, all’Associazione Mariologica Interdisciplinare.
Dal 1984 per diversi anni è stato membro e collaboratore apprezzato dell’Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici e membro dell’Osservatorio centrale per i beni culturali di interesse religioso di proprietà ecclesiastica. Non poche volte fu chiamato a collaborare con dicasteri della Santa Sede per questioni di delicate e per offrire pareri specifici su questioni di rilevanza storica o teologico-spirituale.
Dal 1982 fu anche nominato consultore della Congregazione delle Cause dei Santi, incarico che gli è stato rinnovato fino alla morte: per le sue mani sono passate più di 100 Positiones di Servi e Serve di Dio, Venerabili e Beati da valutare quanto alla completezza e sufficienza della ricerca storica, come in altri casi quanto alla consistenza teologica della fama di santità sulla base dell’esercizio delle virtù da parte dei candidati. A lato di questo impegno, per alcuni anni p. Boaga fu anche docente nello Studium della medesima Congregazione. Tra l’altro p. Emanuele fu anche membro della commissione storica per la causa di beatificazione del Beato Giovanni Paolo II.
La competenza e la capacità comunicativa di p. Boaga come insegnante è stata riconosciuta e apprezzata da molte persone. È stato docente di Storia della Chiesa al Triennio Teologico della Pontificia Facoltà “Marianum” e di Storia delle Istituzioni ecclesiastiche presso la Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali dell’Università della Tuscia di Viterbo. Ha svolto corsi anche presso la Pontificia Facoltà Teologica “Auxilium” e in altri centri accademici romani e brasiliani. Per anni, infatti, ha trascorso i mesi estivi in varie località del Brasile, tenendovi corsi di storia, di spiritualità, di esercizi spirituali e di formazione catechetica con suore, laici, sacerdoti, seminaristi e religiosi. Da quei corsi sono scaturiti diversi lavori di grande valore divulgativo, pur fondati nella ricca e profonda conoscenza delle fonti e dei problemi dell’autore.
L’attività di archivista e storico ha costituito comunque la massima parte dell’impegno di p. Emanuele. Un impegno segnato sempre dalla curiosità e da interessi molteplici e diversificati. Neppure negli ultimi tempi gli è venuto meno il gusto di spigolare tra le carte e i libri, per trovarvi aneddoti curiosi o paradossali: sono numerosissime le note di cronaca, non tutte edite, scritte con una prosa asciutta e quasi senza commenti, ma simpaticamente sorridente e pungente, riguardo episodi di vita conventuale o monastica, romana o curiale.
In occasione del 75° compleanno si pensò di fargli omaggio di una miscellanea di studi, pubblicata con il titolo Memoriam fecit mirabilium Dei (Roma 2009); in essa alcuni articoli offrivano un profilo articolato di p. Emanuele, arricchito dalla sua bibliografia aggiornata, che a quel tempo già contava 901 titoli. Ancora numerosi altri occorre aggiungervene. Basti dire che neppure un mese fa mi consegnava il manoscritto di una Storia delle monache Carmelitane in Italia, che si sta preparando per la stampa, ultimissima fatica portata avanti con grande amore e la cura di sempre. Sono convinto che anche questo libro, come diversi altri usciti dalle sue mani, sarà un vero apripista per ricerche simili. Questa, infatti, è stata una caratteristica di p. Boaga: metodo e rigore critico, capacità di leggere le fonti comparandole e traendone informazioni da integrare in un quadro significante e storicamente fondato erano gli strumenti che gli permettevano di pensare e quindi percorrere nuovi sentieri, quei sentieri della memoria che desiderava esplorare per narrarne il senso e il contenuto.
Sarebbe fuori luogo, in questo momento descrivere l’intera opera di p. Boaga, ma credo sia utile indicare almeno alcune sue pubblicazioni, che ci rimangono non solo come pietre miliari di un percorso intellettuale e di ricerca, ma appunto anche come punti sicuri di riferimento metodologico e scientifico. Oltre ai già citati studi sulla soppressione innocenziana dei piccoli conventi italiani del 1650 e alla storia delle carmelitane in Italia, mi sembra di grande interesse la serie Come pietre vive… Per leggere la storia e la vita del Carmelo (Roma 1993); La Signora del luogo. Maria nella storia e nella vita del Carmelo (Roma 2001) e l’ancora inedito in italiano La fonte di Elia. Elia profeta nella storia e nella vita del Carmelo. Questi tre libri non si possono definire scientifici perché non presentano un apparato critico di note, eppure lo sono perché frutto di anni di studio critico delle fonti. Ma, soprattutto, sono interessanti per la metodologia, che integra la presentazione del tema con approfondimenti specifici, ulteriori proposte di ricerca e studio, domande per la discussione e suggerimenti per la preghiera. I tre volumi sono nati dal lavoro pluriennale svolto con religiose e laici brasiliani, perciò ne esiste una prima versione portoghese poi tradotta con ampliamenti e adattamenti in italiano dallo stesso Autore. È rimasto sul tavolo l’ultimo volume della serie, quello sul profeta Elia, che pensiamo di pubblicare quanto prima possibile. Lo stesso si dica di alcuni altri studi che p. Boaga aveva in cantiere e che speriamo di poter recuperare e completare laddove necessario.
Un altro testo innovativo e interessante è il manuale di archivistica curato assieme agli amici e colleghi Mons. Salvatore Palese e Mons. Gaetano Zito, Consegnare la memoria (Firenze 2003). Altrettanto suggestive sono state le ricerche svolte da p. Boaga su figure, istituzioni di vita consacrata e laicale: basta scorrere il Dizionario degli Istituti di Perfezione, riviste specializzate o altre opere collettive per riconoscere quante voci e articoli, pur nella loro apparente normalità scientifica, costituiscano invece autentici studi innovativi e provocatori di nuove indagini su aspetti non sempre conosciuti e non ancora indagati.
La capacità di p. Boaga di andare all’essenziale presentando in maniera concisa un personaggio o un argomento storico appare, forse al meglio, nel Dizionario Carmelitano, pubblicato nel 2008, da lui diretto assieme al Carmelitano Scalzo Luigi Borriello. Questa collaborazione ci ricorda inoltre il grande rispetto di cui Emanuele Boaga godeva di in ambedue i rami della Famiglia Carmelitana.
Eliseo chiese ad Elia i due terzi del suo spirito (2 Re 2,9): in parecchi desidereremmo poter fare lo stesso con p. Boaga. La rilettura dei numerosi contributi, la riflessione sulle indicazioni metodologiche e, soprattutto, la memoria del suo spirito di servizio sacerdotale e di frate carmelitano, possono aiutarci a riconoscerne l’eco della voce stentorea, che ci invita ad amare la ricerca, a percorrerne i sentieri senza temere la fatica, a cercare con accuratezza e fonti e documenti da leggere con acume critico, a osare con coraggio percorsi nuovi senza mai dimenticare i destinatari dei risultati.
Arrivederci p. Emanuele!
fr. Giovanni Grosso, O.Carm.
Preside dell’Institutum Carmelitanum