Il 27 gennaio 2016 nel Monastero Janua Coeli si sono svolte le esequie di sr Maria Maddalena Berghi, che molti dei nostri amici, familiari e conoscenti hanno conosciuto. Nacque a Roma il 5 giugno 1939, e fu battezzata con il nome di Giovanna, nella basilica di san Giovanni in Laterano. Emise la Professione temporanea nel Carmelo di Jesi il 10 dicembre 1959, e la professione solenne nel 1962. Nel 1979, insieme a Madre Elvira, sr M. Dionisia, sr Teresa di G. Bambino, sr M. Paola fondarono il Carmelo s. Anna in Carpineto Romano.
Riportiamo il necrologio della comunità di Cerreto dove era dall’inizio della fondazione del 1992.
“Accostarsi alla figura di Maddalena per cercare quelle tracce di Bellezza che consentano di vedere e far vedere, riflessi del suo cammino di fedeltà, è un compito arduo, delicato e, al tempo stesso, molto interessante. È possibile scorgere a prima vista, nella sua quotidianità, la presenza di alcuni tratti di Dio ben marcati, chiari, inconfondibili, non indeboliti, nella loro forza profetica, dai normali limiti della natura umana, anzi illuminati dal fascino e dalla semplicità, quasi ingenua, del suo modo di essere, di relazionarsi, di vivere. La compresenza di questi “apparenti contrasti” rende la vita di Maddalena un paradigma di normalità intrisa di Dio, dentro cui ogni vita carmelitana si può declinare coniugando la sempre crescente consapevolezza della propria condizione umana, con il lavoro della Grazia che libera, purifica e trasfigura. Maddalena è stata la madre della nostra comunità monastica nata e cresciuta pian piano negli anni all’ombra della sua dedizione più totale, di donna, monaca, madre e pioniera in una terra tutta da coltivare. Come priora, maestra delle novizie e ultimamente come sorella anziana, chiamata a vivere il mistero della malattia, la sua vita si è sviluppata come una forte testimonianza di fede e di fedeltà. Ebbe modo di espletare la sua audacia di fondatrice anche prima di avviare l’avventura del Cerreto e sempre, in ogni comunità, ha manifestato molta cura e attenzione nel promuovere una vita evangelica semplice ma coriacea, autenticamente carmelitana. Il suo ardente amore per Dio passava per la Parola alla cui scuola, educava il suo spirito, la sua intelligenza, la sua memoria, il suo cuore e le sue azioni. Aveva un amore preferenziale per San Paolo le cui lettere conosceva a memoria, da cui traeva vigore spirituale e autentico alimento di fede, a cui faceva costante riferimento per la comprensione della vita e dei fatti quotidiani. Il suo gusto estetico emanava dalla passione per l’antico. Era una cultrice della lingua latina che aveva studiato da autodidatta per poter accostare con maggiore rigore, testi sacri e rubriche liturgiche. La malattia aveva sgravato la sua “eccedente” cura dei dettagli ma, nel tempo, aveva dimostrato grande attenzione e amore per le più piccole cose, anche trascurabili. Amante del bello e del buono, cercava di esaltare in ogni circostanza, lo splendore di ogni cosa sacra come le sfumature della mensa mostrando sempre grande apertura di mente e di cuore. Nei 57 anni di monastero aveva maturato una visione delle vita claustrale profetica, dal respiro largo e al tempo stesso rigoroso. Comprendeva e inculcava la necessità di avere e mantenere, una struttura formale entro cui coordinare i ritmi della vita comunitaria ma, il suo vivere “altrimenti” le permetteva di cogliere ed esprimere il senso di una vita dipanata sul mistero di una Presenza reale, modulata sulla frequenza di un ascolto costante di quel “ mormorio di vento leggero” che è dentro ma va anche oltre i momenti formali della vita liturgica o della preghiera personale. Sapeva apprezzare, riconoscere e cercare il valore di ogni forma di custodia del silenzio, della solitudine, del deserto, e al tempo stesso testimoniava che la grata, come le mura del monastero non separano la vita della carmelitana dalle domande di chi ci accosta. Provata da molte e variegate difficoltà, cercava in Dio la sorgente di ogni risposta e consolazione, si affidava coraggiosamente e fattivamente a Lui in una preghiera continua, profusa fiduciosamente nel Nome di Gesù e accompagnata dal segno della Croce che faceva con devozione e con consapevolezza e spessore teologico. Di giorno in giorno prendeva coscienza dei suoi limiti fisici ma anche delle sue fragilità, delle sue incompiutezze. Spesso ci esortava: “datemi due mattonelle per inginocchiarmi” consapevole, come era, di vivere immersa in una Presenza da amare e da cui implorare misericordia. Tutta la sua esistenza, dal vigore degli anni al declino delle forze degli ultimi tempi, mostrava che l’unica cosa per la quale vale la pena vivere è amare Cristo. I suoi passaggi nella vita spirituale di ogni sorella testimoniano la levatura interiore di una donna sempre proiettata all’incontro con l’Eterno al quale si preparava da anni sfrondando il suo vissuto, ora dopo ora, da scorie ed esteriorità. Noi scherzavamo un po’ sui suoi ultimi “5 minuti prima della morte” annunciati ormai da più di 20 anni ma, in realtà, tutte sapevamo bene che dentro quella fatica era racchiuso, come in uno scrigno, il tesoro di ogni istante di vita offerto per amore e vissuto nell’amore. Per molti anni Maddalena ebbe modo di condividere il cammino di sequela con un’altra grande carmelitana, Sr Elvira (anche lei deceduta qualche anno fa a Carpineto Romano, monastero da cui Maddalena proveniva). Per lei, provava un affetto smisurato e una grande venerazione. In riferimento a sr Elvira diceva: “è bello vivere all’ombra di un gigante! Goderne la freschezza delle fronde”…. Si comprendeva che tra loro era intercorsa una profonda amicizia spirituale, una condivisa tensione per Dio, un forte legame al Carmelo. Si intuiva che avevano insieme dato l’anima per la vita spirituale dei monasteri dove avevano ricoperto incarichi di responsabilità sostenendosi a vicenda nella reciprocità di sguardi attenti, materni e forti, su ogni sorella.
Maddalena: una carmelitana che ha incarnato, in maniera molto semplice e spontanea, un modo di vivere la fede. La sua vita è già una proclamazione silenziosa, ma molto forte ed efficace del Vangelo, ferma fiducia che la Parola può compiere la sua corsa nel mondo (cf. 2Ts 3,1), se coloro che la annunciano la vivono come l’ha vissuta Gesù Cristo. Questo è il suo alto profilo. Questo il suo testamento e la sua eredità spirituale”. Una preghiera per lei.