Nacque a Firenze agli inizi del sec. XIV. Abbracciò la vita religiosa nel convento della sua città natale. Fu eletto Provinciale di Toscana nel 1348 dal Capitolo Generale celebrato a Metz, e nell’anno seguente fu nominato vescovo di Fiesole. Governò la sua diocesi con ammirevoli esempi di carità e con eloquenza di parola.
Si distinse per zelo apostolico, prudenza e amore verso i poveri. Egli stesso, con le proprie mani, distribuiva il pane ai bisognosi. Si attirò stima e simpatia da parte di tutti. Molti, ricchi e meno ricchi, venivano a lui per ritrovare la pace dopo anni di lotte e di odi che distruggevano famiglie e città. Morì il 6 gennaio 1374. Fu canonizzato il 29 aprile 1629.
Quando il 13 ottobre 1349 Andrea Corsini – già Provinciale dei Carmelitani in Toscana – fu nominato Vescovo di Fiesole da papa Clemente VI, la fama della sua carità già travalicava il territorio fiorentino, dove era nato nel palazzo di famiglia in via Maggio il 30 novembre 1301, primogenito del nobile Niccolò Corsini e di Gemma Stracciabende. A 15 anni aveva vestito l’abito religioso nel Convento del Carmine. Si era distinto per carità e coraggio nella terribile peste del 1348, ponendosi con eroica dedicazione al servizio degli ammalati. Come vescovo volle vivere a Fiesole, rinunciando al comodo palazzo fiorentino che era stato sede dei suoi predecessori. Manifestò singolare zelo nella predicazione, nella preghiera, nell’austerità, nella visita alle parrocchie, nella difesa della libertà della Chiesa contro soprusi e ingerenze, come pure nella carità verso gli umili e i diseredati. Speciale cura dedicò ai suoi preti, precorrendo i dettami del Concilio di Trento, stabilendo precise norme circa il reclutamento e la preparazione culturale e spirituale dei candidai al presbiterato. Si dedicò anche con diligenza all’amministrazione dei beni ecclesiastici, disponendo ingenti somme per la costruzione e il restauro di chiese e monasteri e soprattutto della cattedrale e dell’episcopio, da secoli in stato di squallore. Ebbe difficili incarichi dalla Santa Sede, come quando fu inviato a Bologna nel 1368 per dirimere gravi contese. Morì la sera dell’Epifania del 1374. I suoi resti, dapprima tumulati nella cattedrale fiesolana, furono trafugati dai Confratelli del Carmine, dove sono tuttora custoditi in una cappella fattagli erigere dalla famiglia Corsini e miracolosamente scampata all’incendio che devastò la chiesa nel 1771. Papa Clemente XII, suo discendente, gli avrebbe poi dedicato nel 1734 un’altra splendida cappella in S. Giovanni in Laterano a Roma. Eugenio IV lo proclamò beato, e il fiorentino Urbano VIII lo santificò il 22 aprile 1629. La sua festa è celebrata a Firenze il 7 gennaio, dai Carmelitani il 9 gennaio e dalla Chiesa Universale il 4 febbraio. I fiorentini gli attribuiscono la vittoria nella battaglia di Anghiari del 29 giugno 1440.
E. Boaga
Colletta
O Dio, che chiami i tuoi figli operatori di pace, per l’intercessione e l’esempio di sant’Andrea Corsini, donaci di lavorare instancabilmente per quella giustizia che garantisce pace vera e duratura.