uana da Tolosa 1440?
Giovanna, di stirpe nobile del regno di Navarra, volle vivere come reclusa presso il convento carmelitano di Tolosa, dove condusse vita di grande austerità.
Amava molto parlare con i giovani religiosi delle cose celesti e pregava molto per essi, che ne traevano gran profitto spirituale. Non sembra che sia vissuta molto prima del 1400, perché non appare nei cataloghi dei santi carmelitani della seconda metà del sec. XIV né nella lista dei santi dello stesso Ordine di Giovanni Grossi (m. 1437), alunno della provincia carmelitana di Tolosa. Giovanna è spesso detta terziaria oppure anche monaca; non è comunque escluso che professasse la regola carmelitana, come fecero altre donne “converse” in quel tempo. Dopo la morte, le furono attribuiti dai fedeli molti miracoli.
L’Arcivescovo di Tolosa, Bernardo Du Rosier dal 1452 al 1474 elevò il corpo di Giovanna ponendolo in un’urna in luogo degno, in una cappella della chiesa carmelitana della città e, in tale occasione, concesse un’indulgenza di quaranta giorni a coloro che visitassero le reliquie. Ricognizioni delle reliquie si ebbero nel 1616, 1656 e 1688: nel 1656 fu notato che mancavano il braccio e la mano destra, portati in Spagna dal Priore generale, Enrico Silvio, durante una visita al convento e nel 1688 mancavano anche la mano sinistra e alcuni denti. Dopo la rivoluzione francese, durante la demolizione della chiesa carmelitana a Tolosa nel 1805, i resti di Giovanna furono trovati in un muro insieme con il verbale della ricognizione del 1688 e alcune preghiere che la beata avrebbe abitualmente recitato. Portato nella chiesa metropolitana di S. Stefano il corpo fu sepolto nella cappella di S. Vincenzo de’ Paoli, poi nel 1893, in occasione della beatificazione, fu di nuovo elevato e posto in un reliquiario in forma ogivale.
Giovanna fu beatificata da papa Leone XIII nel 1895.
La sua festa, prima dell’ultima riforma liturgica, veniva celebrata il 31 marzo (Ludovico Saggi, O.Carm., Santi del Carmelo, pp. 222-223).
Di questa beata non si sanno molte cose. Di questa mancanza di notizie dei primi secoli della nostra storia si soffre e si è sempre incerti. Il fatto, però, che sia vissuta prima della Bolla “Cum Nulla” è positivo, perché sta ad indicare che l’aggregazione delle donne all’Ordine è un dato di fatto antico. “L’Ordine ebbe, fin dal sec. XIII, con la sua diffusione in Europa, alcune donne particolarmente unite al suo spirito, le quali ben presto si legarono con gli stessi vincoli dei religiosi. La Bolla Cum Nulla di Nicolò V, dell’anno 1452, mentre approvava una situazione di fatto, poneva le basi per un ordinato sviluppo del Carmelo femminile, affinché ‘la Beata Madre di Dio fosse venerata dalle religiose così come lo era dai religiosi dell’Ordine” (Costituzioni Monache, sez. II, cap. VI, 19).
Della beata Giovanna si sa che viveva presso il Convento dei frati e che amava conversare con i chierici delle cose celesti. Ciò non meravigli: la nostra beata visse prima ancora che la clausura assumesse la struttura che nei secoli ha poi assunto. Il carisma si sviluppa e si manifesta in tante maniere. Si è persa l’idea del vivere presso un Convento di frati, ma ciò non toglie che la famiglia carmelitana cresca e si sviluppi e manifesti il proprio carisma in mille sfaccettature.